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TREVISO- È stato bloccato domenica all’aeroporto Canova di Treviso. Stava per fuggire, dopo aver commesso un furto nella Marca, imbarcandosi su un volo per Bruxelles. Tappa intermedia per arrivare in patria, a Tirana.
Un 23enne albanese, G. K., è stato fermato dai carabinieri del nucleo operativo radiomobile della Compagnia di Treviso in quanto ritenuto uno dei tre autori del furto in appartamento, a Preganziol, messo a segno nella prima mattinata del 23 novembre. La banda, in assenza dei proprietari, si era introdotta in casa dopo aver rotto una finestra della camera da letto. Poi, una volta all’interno, aveva forzato la cassaforte presente nell’appartamento asportando i contanti e, agendo con tutta calma, avevano rovistato in ogni stanza portando via anche numerosi monili di varia tipologia. Erano pronti ad andarsene con un bottino di 35mila euro quando il figlio della coppia, che risiede in un appartamento vicino a quello dei genitori, insospettito per i rumori, aveva aperto il portone di casa.
LA SCOPERTA
L'uomo si era trovato di fronte i ladri che si erano dati ad una fuga rocambolesca, calandosi a precipizio dal balcone dove erano giunti.
I reati più numerosi contestati al 23enne albanese sono proprio i furti in abitazione commessi nel nord Italia. Ieri mattina, in tribunale a Treviso, il giovane è comparso per la convalida del fermo e l’interrogatorio di garanzia, difeso dall’avvocato Jacopo Trevisan, del foro di Venezia, al termine del quale il gip Carlo Colombo ha accolto le richieste della Procura, sostenute dal pubblico ministero Anna Andreatta che aveva chiesto la misura cautelare in carcere.
LE INDAGINI
Sono però in corso le indagini da parte dei carabinieri della compagnia di Treviso per risalire ai complici di quella che si suppone essere una banda specializzata nei furti di appartamento. Trasfertisti che battono i piccoli centri del Nordest a caccia di bottino, per poi spostarsi in altra regione appena le acque si agitano. Si cercano anche possibili fiancheggiatori della banda. E che sia una banda di professionisti è evidente dal fatto che nulla nel colpo portato a segno il 23 novembre scorso a Preganziol sembra lasciato al caso. Pare che i ladri sapessero della presenza di una cassaforte e per questo sarebbero arrivati muniti di flessibile. Il pubblico ministero, nel corso delle indagini, ha disposto l’analisi del Dna e ha mandato quanto reperto ai Ris di Parma.
L’indagine ha subìto un’accelerazione quando il 23enne ha comprato il volo per Tirana, pagandolo regolarmente, e all’atto della prenotazione ha fornito il suo passaporto. I carabinieri sapevano che se non fossero intervenuti subito avrebbero perso le sue tracce. E così lo hanno aspettato al varco.
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