OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
MESTRE - È morto senza il conforto dei familiari, perché era in isolamento per Covid, e della croce d'oro, simbolo della sua fede, che portava sempre appesa al collo con una catenina. È scomparsa assieme a tutti gli altri effetti personali. I figli dell'uomo, mestrino di 88 anni, che hanno sporto denuncia ai Carabinieri, chiedono che anche l'ospedale dell'Angelo si doti di un protocollo per garantire la custodia dei beni, nel caso i pazienti non siano in grado di gestirli, come fanno già altri nosocomi ad esempio a Roma, Cuneo, Brindisi. «L'ospedale ci ha risposto che le cose di nostro padre sono andate smarrite e che possiamo chiedere un rimborso - racconta Laura Patron, figlia di Mario Patron che, assieme alla sorella Monica e alla madre Paola Rossato, stanno conducendo questa battaglia e hanno scritto anche una lettera al presidente della Regione Luca Zaia senza ricevere, per ora, alcuna risposta -. Rimborso? Gli effetti personali di un caro defunto non si possono rimborsare, il valore è talmente grande che non è quantificabile». La storia inizia il 18 novembre scorso quando Mario Patron viene ricoverato all'ospedale dell'Angelo per difficoltà respiratorie e febbre: dopo le analisi lo scoprono positivo al Covid, con una polmonite bilaterale, e non lo possono trasferire in terapia intensiva perché troppo debole. L'uomo muore il 2 dicembre alle 7 di mattina, dopo essere stato ricoverato in Medicina e in Geriatria, ed essere stato trasferito il primo dicembre al Policlinico. In questi giorni di degenza, tra il secondo piano di Medicina e il quinto piano di Geriatria dell'Angelo, e infine il terzo piano del Policlinico, all'uomo vengono portate alcune cose, che vengono tutte consegnate al personale dei vari reparti: un borsone da viaggio sportivo rosso e nero con indumenti intimi e un pigiama, due telefonini cellulari, un rasoio elettrico, un camiciotto di pile pesante; con sè sin dal primo ricovero, aveva inoltre la catenina d'oro con il crocifisso e la fede nuziale. Di tutto ciò l'unica cosa consegnata ai parenti dopo la morte di Mario è stata la fede nuziale: per l'Angelo è andato smarrito, per i parenti qualche sciacallo l'ha rubato, «anche perché la collanina è stata per forza tolta da qualcuno, non può essersi sfilata da sola» continua la figlia Laura che ha anche firmato la denuncia ai Carabinieri nella quale si scrive che il 23 dicembre i parenti hanno anche richiesto all'Ulss 3 copia delle radiografie fatte a Mario per verificare se aveva o no la collanina, tanto per eliminare ogni dubbio: le radiografie fatte il 23 novembre, quindi sei giorni dopo il ricovero all'Angelo, mostrano che la collanina è al collo del paziente. «Fino al 27 sappiamo che le cose erano al loro posto perché ce lo diceva al telefono, dal 28 però le comunicazioni si sono interrotte perché Mario era troppo debole.
Il Gazzettino