Furti nella chiesa di Carpenedo: don Gianni scova e allontana i ladri di elemosina

Don Gianni Antoniazzi
MESTRE - In quattro, uno dopo l'altro, ognuno scollegato da chi l'aveva preceduto, lunedì pomeriggio sono entrati nella chiesa dei Santi Gervasio e Protasio, a...

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MESTRE - In quattro, uno dopo l'altro, ognuno scollegato da chi l'aveva preceduto, lunedì pomeriggio sono entrati nella chiesa dei Santi Gervasio e Protasio, a Carpenedo, per provare a rubare le offerte dei fedeli. «Tre di loro erano persone fragili, quando li abbiamo avvicinati - racconta don Gianni Antoniazzi, parroco della chiesa di Carpenedo - hanno capito e non c'è stato bisogno di chiamare la polizia. Adesso la nostra preoccupazione è aiutare queste persone sole e ai margini». Il quarto, però, non ne ha voluto sapere di andarsene. E non appena il sacerdote ha accennato alla polizia lui ha reagito tentando di colpirlo.

I FATTI
Pomeriggio del lunedì di Pasquetta, ore 17. Un uomo, italiano di 46 anni, alle spalle un lungo pedrigree fatto di atti di polizia, entra in chiesa e prova a scassinare la cassetta delle offerte. Come successo per i tre che lo avevano preceduto, l'uomo viene visto da don Gianni e dai suoi collaboratori che dalla canonica stanno sistemando l'impianto di videosicurezza interno alla chiesa. Non appena il sacerdote e gli altri parrocchiani lo raggiungono, lui reagisce: non abbassa il capo, non prova a capire ma anzi minaccia don Gianni che gliel'avrebbe fatta pagare se avesse chiamato la polizia, provando anche a colpirlo con dei pugni e tentando di spingerlo a terra, senza riuscirci. «A quel punto ho capito che una persona così avrebbe fatto del male anche a un anziano indifeso per pochi spiccioli» aggiunge il parroco che, in pochi secondi, blocca il ladro mentre un altro fedele chiama il 113. Ad arrestare il quarantaseienne con l'accusa di rapina sono gli agenti delle Volanti ai quali don Gianni lo consegna. Ieri in tribunale, dopo la convalida dell'arresto, il ladro di elemosine è stato scarcerato con il divieto di non fare più ritorno in Veneto.

CAPIRE E AIUTARE


Per gli altri tre - tutti italiani, tutti tra i 40 e i 50 anni e conosciuti nella zona - che lunedì pomeriggio avevano tentato il colpo non c'è stato invece nessun seguito giudiziario. «La loro era una situazione diversa sotto ogni punto di vista - spiega don Antoniazzi - Loro hanno capito e hanno avuto rispetto quando abbiamo chiesto di rimettere a posto i soldi presi. Avevano fame e li abbiamo aiutati in maniera concreta e così dovremo continuare a fare».
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Il Gazzettino