Quaranta furti tra auto e appartamenti, in manette banda di albanesi: fughe e speronamenti con potenti auto, botte da orbi a un barista

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PADOVA - Nella mattinata del 30 dicembre 2021, personale del Nor del Comando Compagnia Carabinieri di Piove di Sacco, coadiuvato da militari delle Compagnie di Padova, Abano Terme e Monfalcone, nonché da unità cinofile antidroga e antiesplosivo del Nucleo di Bologna, a Favaro Veneto e Spinea hanno dato esecuzione a un decreto di fermo di indiziato di delitto del PM a carico di GJONAJ Roland, detto QENDRO Roland, 28enne, NEZHA Armando, 30enne, e BEGOLLI Adrian, 41enne, tutti albanesi, i primi due senza fissa dimora e il terzo dimorante a Spinea e pregiudicato.

Nel medesimo contesto operativo, di iniziativa, sono stati posti a fermo di indiziato di delitto gli albanesi MERCINA Fiorest, 39enne pregiudicato, e PRENGA Valter, 34enne, entrambi senza fissa dimora.

Primo furto, via una Bmw

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Padova, hanno preso spunto da un furto in abitazione perpetrato il 23 settembre 2021 a Polverara, nel corso del quale veniva rubata una potente Bmw. Condotte attraverso l’intercettazione delle comunicazioni degli indagati e prolungati servizi di osservazione e pedinamento, hanno consentito di acquisire gravi e concordanti indizi in ordine all’esistenza di una pericolosa organizzazione criminale, che aveva nella disponibilità armi e con a capo il BEGOLLI e il GJONAJ, dedita a reati predatori, in particolare furti in abitazione e di autovetture. La banda, che aveva la base logistica in Favaro Veneto, era operativa dal 2019 e si è resa responsabile di circa 40 furti, commessi in diverse province venete, in Friuli Venezia Giulia e in Toscana.

Speronata l'auto dei carabinieri

Per le loro razzie, i fermati utilizzavano potenti autovetture, intestate a prestanome o provento dei furti commessi, con le quali si spostavano quasi quotidianamente in tutto il Nord Italia dalle prime ore del pomeriggio sino all’alba del giorno successivo. Il ricorso a macchine di grossa cilindrata era dettato dalla necessità di potersi dileguare se fossero incappati in controlli delle Forze dell’Ordine, come è avvenuto nella tarda serata dello scorso 20 novembre, quando, intercettati in Vigonza da una pattuglia dei Carabinieri di Pionca di Vigonza, non hanno esitato a speronare l’autovettura militare per guadagnarsi la fuga a piedi, abbandonando sul posto una Volkswagen Golf nuovissima. La macchina è risultata oggetto di furto avvenuto in Noventa Padovana il precedente 13 novembre e sulla stessa sono stati rinvenuti due bastoni, due mazze da baseball e una smerigliatrice elettrica.

La misteriosa spedizione punitiva

Le indagini hanno permesso di acquisire forti indizi di reità a carico dei fermati anche in ordine alla “spedizione punitiva” dello scorso 10 dicembre a Noventa Padovana, quando il titolare del bar “Più Trentanove”, loro connazionale, è stato violentemente picchiato con una mazza da baseball, pugni e calci, procurandogli gravi lesioni. In ordine a questo episodio, le indagini continuano per accertare il movente del pestaggio.

Pistole, ori, capi griffati e cocaina

Nel corso dell’operazione, a casa di BEGOLLI Adrian sono state rinvenute 4 pistole, di cui due risultate oggetto di distinti furti commessi in questa provincia e in Cervignano del Friuli, nonché molti monili in oro, capi di abbigliamento griffati, occhiali, provento dei furti commessi, per i quali le indagini continuato per accertarne le vittime. Sono stati sequestrati, inoltre, la somma contante di 2.500,00 euro, 10,29 grammi di cocaina e un’autovettura Citroen C5 SW, che gli indagati utilizzavano nell’ultimo periodo per le loro scorribande. Infatti, sulla macchina veniva rinvenuta una sacca contenente l’attrezzatura per scardinare gli infissi delle abitazioni colpite (flessibili, piedi di porco, cacciaviti, trapani, chiavi artigianali), utilizzata per praticare fori sulle ante delle finestre riuscendo a far ruotare le maniglie e aprire gli infissi.

I fermati, che erano in procinto di abbandonare il territorio nazionale e di rendersi irreperibili, per cui si è dovuto ricorrere a provvedimenti di urgenza, quali i fermi, sono stati associati alla casa circondariale di Vicenza. 

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Il Gazzettino