«Non c'è linea, mi dispiace». Pizzicati 50 furbetti del Pos: 2mila euro di sanzioni

«Non c'è linea, mi dispiace». Pizzicati 50 furbetti del Pos: 2mila euro di sanzioni
VENEZIA - La norma è operativa da 9 mesi, eppure c'è ancora chi ci prova. Le scuse per rifiutare i pagamenti con il Pos sono sempre le stesse: «Non...

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VENEZIA - La norma è operativa da 9 mesi, eppure c'è ancora chi ci prova. Le scuse per rifiutare i pagamenti con il Pos sono sempre le stesse: «Non c'è rete telefonica», «abbiamo un guasto», «ce l'abbiamo ma la compagnia deve ancora terminare l'attivazione». Scuse che nella maggior parte dei casi si rivelano appunto tali e puntuale arriva la sanzione della guardia di finanza. Questo perché dal 1. luglio, da quando cioè sono entrate in vigore le nuove disposizioni legislative che prevedono sanzioni per l'inosservanza dell'obbligo, in città cittadini e turisti quando si vedono rifiutare un pagamento elettronico non esitano nemmeno per un secondo: alzano i tacchi, se ne vanno e chiamano il 117.

LE SANZIONI

Le sanzioni della guardia di finanza finora sono state una settantina, quasi tutte in centro storico ma anche con qualche caso mestrino. Negli ultimi sei mesi, in particolare, ci sono state 50 segnalazioni di rifiuti di pagamenti elettronici che hanno portato a 29 sanzioni (24 a Venezia, 5 a Mestre) per esercenti che non avevano il Pos. Visto che la multa è di 30 euro più il 4% della transazione rifiutata, in tutto l'ammontare delle sanzioni è stato di circa 2mila euro. Basta fare due conti, quindi, per rendersi conto che due esercizi commerciali su tre (i bar in particolar modo) non erano effettivamente in regola. Per gli altri, invece, i militari hanno riscontrato che c'erano realmente degli impedimenti che potevano pregiudicare l'utilizzo del Pos.
A dicembre, quando il governo aveva pensato di poter variare al rialzo la soglia dell'obbligo a 60 euro, qualcuno aveva creduto che la norma potesse dirsi automaticamente abolita. Peccato che la commissione Ue, però, abbia stroncato sul nascere la proposta di manovra dello Stato, mettendo la parola fine a qualunque velleità di variazione. Le sanzioni riguardavano diversi comportamenti irregolari: c'era chi il Pos non ce l'aveva proprio, chi imponeva il contante al di sotto di una certa soglia e chi, addirittura, applicava un prezzo maggiorato in caso appunto di pagamento elettronico.
In particolare, proprio relativamente a quest'ultima tipologia, quattro negozianti applicavano la maggiorazione del prezzo mentre un quinto garantiva sconti del 5% in caso di pagamento in contanti: sfumature diverse, in realtà, per arrivare allo stesso obiettivo. Questi cinque esercenti sono state segnalati dalle fiamme gialle all'autorità garante della concorrenza e del mercato, organo competente alla contestazione e all'accertamento del divieto di sovraprezzo in relazione alle norme in materia di Codice del Consumo.

LITORALE

Non c'è solo la città, ovviamente. Le segnalazioni e i controlli hanno riguardato anche le località turistiche del litorale: le multe della guardia di finanza per i Pos fantasma hanno toccato anche Jesolo (12), Portogruaro (5) e Caorle (1). Numeri significativi, in questo caso, perché avvenuti soprattutto in un periodo lontano dal cuore della stagione estiva. Motivo per cui la guardia di finanza, con ogni probabilità, considerati i segnali, proseguirà i controlli già in primavera per far capire che non saranno concesse sviste. Su questo tema, però, le fiamme gialle sembrano dormire sonni decisamente tranquilli considerato il numero di "sentinelle" esterne al corpo. Il tema, infatti, sembra effettivamente aver toccato molto il cuore (e il portafoglio) della gente, scottata magari anche dai rincari e dall'inflazione del periodo: le segnalazioni al 117, in queste ultime settimane, sono state praticamente quotidiane. «Abbiamo notato una grande attenzione dei cittadini sul tema - conferma il generale Giovanni Salerno, comandante provinciale della guardia di finanza di Venezia - oltre alle numerose attivazioni tramite il numero 117 sono in molti a volersi recare di persona presso le caserme del Corpo per formalizzare le segnalazioni e permettere, dunque, le relative verbalizzazioni».

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Il Gazzettino