Permesso funghi "digitale", gli esercenti gettano la spugna: «Richiede troppo tempo»

Raccolta funghi
FALCADE - Con l’arrivo dell’estate è arrivata anche la stagione dei funghi e assieme le anche le critiche alla nuova procedura per poter effettuare i...

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FALCADE - Con l’arrivo dell’estate è arrivata anche la stagione dei funghi e assieme le anche le critiche alla nuova procedura per poter effettuare i permessi di raccolta, novità introdotta dalla Regione Veneto. Una procedura telematica che al posto di snellire i tempi di rilascio, li aumenta a dismisura, tanto che molte attività commerciali, che fino all’anno scorso effettuavano volontariamente il rilascio dei permessi, si sono defilate. 


Il problema viene sollevato da Cesare Rizzi rappresentante della Confcommercio per i comuni della valle del Biois.
«La nuova procedura introdotta dalla Regione Veneto, chiamata PagoPa, funzionale al rilascio dei permessi dei funghi va a sostituire il metodo cartaceo - spiega Rizzi -. Ma se l’obiettivo era quello di semplificare la procedura, nella realtà si è palesata come l’ennesima operazione di complicazione sia per l’utente sia per le attività commerciali che davano fino allo scorso anno la disponibilità al rilascio dei permessi per i funghi. Un servizio che gli esercenti svolgevano volontariamente e quasi gratuitamente a favore del turismo e della comunità. Ora – continua il rappresentante di Confcommercio - grazie ad un’evoluzione informatica forzata, a tutti i livelli, abbiamo creato una situazione di palese disagio sia per il raccoglitore di funghi che magari non è laureato in ingegneria informatica, sia per l’esercente o commerciante volontario costretto a sua volta a rinunciare a erogare questo servizio in quanto i tempi per la compilazione del form (la pagina informatica dove si inseriscono i dati, ndr) richiedono svariati minuti. Cosa che, specie in stagione, non è sempre possibile tanto che in molti hanno rinunciato producendo un enorme disservizio ai turisti».

«Pensiamo solo alla mole di dati che vengono richiesti per poter procedere ad una compilazione di un permesso - prosegue Rizzi - che, tra l’altro, richiede anche la titolarità di una mail cosa che non tutti gli utenti hanno, specialmente quelli di una certa età che magari hanno ancora la possibilità di andare a funghi ma non hanno bisogno di una mail per poter campare. E tutto questo solo perché quando si fanno determinate cose e si vogliono portare determinati cambiamenti ritenuti migliorativi lo si fa con la presunzione di sapere tutto senza invece cercare di informarsi. Noi esercenti o operatori turistici saremmo stati in grado di dare suggerimenti migliorati per poter effettuare un form che sia accessibile a tutti, che comporti una velocizzazione del servizio anche in funzione delle nostre esigenze lavorative e degli stessi utenti. Invece nulla di tutto questo è stato fatto».
Il risultato, insomma, è aver complicato le cose, alla faccia della digitalizzazione vista come la soluzione massima del futuro e purtroppo applicata senza gradualità e coscienza di come i processi digitali non siano ancora nelle dita di una certa fascia di età.
«Dal canto mio, dopo molti anni, ho rinunciato a rilasciare i permessi - afferma Rizzi - e così stanno facendo altri. E la cosa ha creato non pochi malumori in quanto il servizio di erogazione dei permessi dei funghi lo effettuavo non solo per i miei ospiti ma per tutti».


Rizzi se la prende anche con la “semplificazione” della modulistica di raccolta. «Anche qui stenderei un velo pietoso in passato venivano indicati i giorni di raccolta nei giorni: martedì, venerdì e domenica. Ora invece apprendiamo dalla nuova modulistica, per la miglior comprensione dell’utente che la raccolta è consentita nei giorni: “naturali e consecutivi”. Sarà compito dell’utente cercarsi quali sono i giorni naturali e consecutivi». Un stagione quindi che si presenta particolarmente difficile per gli appassionati di funghi, ma anche per gli sportelli abilitati all’erogazione del servizio, come gli ufficio delle Pro loco che dovranno sobbarcarsi un notevole ulteriore lavoro vista la rinuncia di molti esercenti.
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Il Gazzettino