Ai funerali del clochard della roulotte anche il vescovo Marangoni

Le roulotte-abitazioni del clochard bellunese
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Sono ormai 10 giorni che i resti di Giancarlo Bigi, il 68enne di Levego che viveva in roulotte vicino al Piave, sono bloccati in cella frigo all’obitorio di Belluno. Dare l’estremo saluto al senzatetto, che ha lasciato un grande vuoto nella comunità, sembra un’impresa impossibile. Ma in tanti, in questi giorni, hanno chiamato il parroco don Rinaldo Ottone, perché non vogliono mancare alle esequie. Tra le telefonate ricevute dal parroco di Levego anche quella illustre del vescovo, monsignore Renato Marangoni, che ci tiene a essere presente alla cerimonia funebre per il senzatetto. «Ha sentito della in questi giorni della storia di questo uomo - spiega il don Rinaldo - e vuole dare un segno con la sua presenza. Purtroppo non ho potuto dargli notizie certe, perché, ad oggi, non sappiamo ancora quando sarà possibile celebrare i funerali».  Il parroco di Levego nei giorni scorsi aveva avuto anche contatti con il Comune, che ha spiegato al sacerdote che mancavano alcuni passaggi burocratici prima del via libera. Sarà l’ente pubblico a farsi carico delle spese del funerale della persona indigente, ma prima deve accertarsi che non ci siano parenti in vita. Una procedura che sta richiedendo diversi giorni. Nel frattempo la salma resta nella cella frigo all’obitorio. I resti di Giancarlo Bigi vennero rinvenuti martedì 18 dicembre scorso, in serata dopo la segnalazione della Caritas, che non vedeva da tempo il senzatetto. Nella zona in cui Bigi aveva la sua roulotte arrivarono i carabinieri del Norm di Belluno, che trovarono il corpo senza vita del 68enne e che accertarono che era un decesso naturale, senza responsabilità di terzi. Bigi era morto una decina di giorni prima, come appurerà poi il medico legale Antonello Cirnelli che effettuò l’autopsia. I resti dell’uomo vennero dilaniati dagli animali selvatici e forse anche dai suoi cani, che rimasero soli. Una quindicina di esemplari di piccola taglia a cui il senzatetto voleva un gran bene. Per loro aveva rinunciato a tutte le soluzioni abitative che il Comune gli aveva proposto. Ora gli animali verranno presto proposti per l’adozione, tramite l’associazione Apaca.
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Il Gazzettino