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BOVOLENTA - La chiesa di Bovolenta è risultata troppo piccola, oggi 7 marzo, per accogliere le centinaia di fedeli che si sono ritrovati per dare l'ultimo saluto a Sara Buratin, la quarantenne mamma di una figlia di 15 anni, uccisa a coltellate il 27 febbraio scorso nel cortile della casa della mamma in viale Italia a Bovolenta. Dal giorno del delitto, culminato poi con il rinvenimento del corpo senza vita del suo carnefice, Alberto Pittarello, che si è gettato con un furgone Nissan nelle gelide acque del Bacchiglione, nel piccolo paesino di Bovolenta è calato il dolore.
La comunità conosce perfettamente le due famiglie rimaste coinvolte nell'immane tragedia. Le attestazioni di affetto e vicinanza sono state innumerevoli. Nessuno ha mai proferito parole di odio o rancore nei confronti di Alberto. Vince la pietà e soprattutto la volontà di tutelare l'adolescente che in pochi minuti quel 27 febbraio è rimasta orfana. Nel corso dell'omelia don Lodovico Casaro ha ricordato il dono dell'amore della vita. Il sacrificio di Sara non dovrà essere vano, occorre tra i singoli membri della comunità ancora maggiore collaborazione e fiducia reciproca, per tentare di portare alla luce situazioni di disagio che a volte finiscono nel modo peggiore. Ha invitato i presenti a pregare per Sara, la sua famiglia, ma anche per Alberto e soprattutto per la creatura nata dal loro amore.
Tre gli interventi che hanno caratterizzato la messa. Ha parlato il sindaco Anna Pittarello, i compagni di scuola di Sara e gli amici e i parenti più stretti. Il primo cittadino ha riferito: «La nostra Comunità di Bovolenta non avrebbe mai voluto ricevere una notizia sconvolgente come quella arrivata martedì 27 febbraio, quando due giovani vite sono state tragicamente spezzate.
Gli amici e i parenti in un messaggio sintetico, ma ricco di amore, hanno proseguito: «Sara sei il sole, una luce che continuerà a risplendere dentro a noi. La tua presenza, come il sole, ha illuminato le nostre vite, donandoci calore, energia e gioia. Il tuo sorriso contagioso, la tua forza d'animo e la tua passione per la vita continueranno ad ispirarci ogni giorno. Ti amiamo, i tuoi amici del cuore, i tuoi cugini, i tuoi zii». Struggente il messaggio dei vecchi compagni di scuola: «Ciao, cara Sara, siamo i tuoi compagni. Il nostro percorso è iniziato fin dall'infanzia, dalla prima classe dell'asilo e, la nostra strada, è rimasta la stessa fino alla terza media. Sai, ci ritorna in mente l'energia positiva che trasmettevi, la tua bontà d'animo e la leggerezza con la quale affrontavi la vita. Poi, i nostri percorsi, ci hanno portato a dividerci e creare ognuno il nostro cammino. Sì, le strade, ad un certo punto ci hanno messo davanti a scelte diverse, ma la nostra amicizia è rimasta. Ora, cara Sara, ci manchi e ci manca il tuo sorriso. Ma ci siamo, siamo ancora uniti per te, ci siamo per tua figlia, per Maria, per Angela. Ci stringiamo al dolore della tua famiglia, Sara e a quella di Alberto. Il ricordo di te rimarrà sempre vivo in noi».
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Il Gazzettino