Ultimo saluto a Liliana, il marito: «Mi sono sentito infangato». La famiglia chiede chiarimenti alla polizia

Il fratello di Liliana al funerale
TRIESTE - «Ho visto la gente dentro, al funerale, e non ti danno neanche la mano. Tante persone si sono rivolte contro di me, mi sono sentito infangato»...

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TRIESTE - «Ho visto la gente dentro, al funerale, e non ti danno neanche la mano. Tante persone si sono rivolte contro di me, mi sono sentito infangato» così ha commentato Sebastiano Visintin, il marito di Liliana Resinovich, rispondendo alle domande dei giornalisti sul proprio stato d'animo al termine dei funerali della moglie, oggi, 25 gennaio, a Trieste.


Alla domanda se ritenesse che Liliana sia stata uccisa, Visintin ha risposto «sono supposizioni». L'uomo, che era accompagnato dal figlio, ha poi evitato polemiche con Claudio Sterpin - l'amico di Liliana - quando i giornalisti gli hanno chiesto di commentare le parole di questi, secondo il quale tra qualche giorno si saprà la verità. «Non voglio intervenire e non voglio polemiche», ha semplicemente detto. Intrattenendosi con la folla di cronisti, Visintin ha infine mostrato una scatola con all'interno i sassolini e le pietre che aveva raccolto con Liliana in varie località turistiche dove erano stati insieme nel corso degli anni. 

Una sobria e breve cerimonia funebre ha salutato per l'ultima volta Liliana Resinovich nella cappella del cimitero di Sant'Anna. Una trentina di persone in tutto tra parenti, amici e il fratello della donna, Sergio, e la cugina, oltre al marito. Al termine di una breve funzione religiosa ha preso la parola proprio la cugina di Liliana, che rivolgendosi a Dio, ha chiesto che «aiuti le persone competenti che stanno lavorando, a raggiungere la verità», sul caso di Liliana. Molti i fiori portati dai presenti, all'esterno della cappella, vicino al libro dove si possono annotare ricordi e pensieri, c'era una foto di Liliana in un campo di papaveri. Al termine, la bara è stata portata via per la sepoltura. Stamattina presto tra i primi ad arrivare al cimitero è stato il marito, Sebastiano Visintin, il quale ai giornalisti che volevano intervistarlo ha detto soltanto «non auguro a nessuno di andare al funerale della persona amata da principale sospettato». Nel piccolo piazzale dell'ingresso posteriore del cimitero, qualcuno ha affisso al muro, in alto, un piccolo cartello con la scritta «Ciao Lilly. Cam R.I.P.». I due acronimi potrebbero significare 'ciao amore mio' e 'riposa in pace'. Poco prima delle 13 sono usciti i parenti.

«Adesso speriamo che la polizia ci dica che cosa è successo. Siamo tutti compatti, anche il marito, vogliamo tutti delle risposte». È l'auspicio che la giovane nipote di Liliana Resinovich ha espresso ai giornalisti all'uscita dal cimitero di Sant'Anna al termine dei funerali della zia. «Era una persona indimenticabile - ha aggiunto la giovane - Ciò che ci rimane di lei è la bontà, la generosità. Ora dite anche voi una preghiera per lei», ha concluso la nipote rivolgendosi ai giornalisti. 

 

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Il Gazzettino