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GRANZE (PADOVA) - La casacca da chef, con le firme degli amici, sulla bara. L'ultimo saluto di Giacomo Berto, il 28enne di Villa Estense morto lo scorso sabato, all'alba, in un incidente d'auto, mentre tornava dall'inaugurazione del suo nuovo locale a Carceri, è cominciato così.
GRANDE PARTECIPAZIONE
La chiesa parrocchiale di Granze si è subito riempita: di persone, fiori, lacrime, ma soprattutto di amore per lo sfortunato ragazzo. Parenti, amici, colleghi, amministratori del territorio si sono uniti in un simbolico abbraccio alla famiglia. Commovente lo strazio di mamma Stefania, quasi incapace durante la cerimonia di separarsi dalla bara del figlio. Don Andrea Pellegrini, parroco di Granze, ha avuto il difficile compito di officiare il rito funebre. «Venerdì scorso, più o meno a quest'ora, Giacomo si stava preparando per una bella serata, l'inaugurazione del suo locale, il Tre Scalini di Carceri. Era felice. ha detto don Andrea nell'omelia . Il suo sogno è durato il tempo di un fulmine. Come diceva un saggio, però, non è importante quanto dura una vita, ma quanto significato ha avuto. L'essere solidali, il concretizzare la capacità di amare: Giacomo ci era riuscito». Il ritratto fatto da don Andrea ha restituito alla comunità l'immagine di un giovane pieno di amore per la vita, educato, gentile, sempre col sorriso, fedele alla parola data. Giacomo era tutto questo, oltre che un gran lavoratore, intraprendente e instancabile.
IL RICORDO NEL GIARDINO
Conclusa la cerimonia, parenti e amici si sono spostati ai vicini giardini, per un ulteriore momento in ricordo di Giacomo. Il sindaco Damiano Fusaro ha di nuovo mostrato il suo sostegno alla comunità ferita. Poi è stata la volta della lettura di un messaggio di cordoglio fatto arrivare dall'ex parroco don Luca Ferro, che ha ricordato i sei anni di Giacomo come aiuto catechista da ragazzino. È quindi stato il momento del toccante discorso di Edoardo Lissandrin, l'inseparabile amico e socio di Giacomo.
PETER PAN PER SEMPRE
«Giacomo, dire che eri un amico è dire poco. Eri diventato la mia seconda famiglia, eravamo come fratelli. La perdita di un amico cambia la vita e lascia senza parole. E già mi manchi. ha detto Edoardo - Mi manca di te il tuo essere amico e confidente, il tuo essere custode dei nostri segreti, la tua bontà, la tua onestà, la nostra complicità e mi chiedo: con chi dividerò adesso la nostra cucina? Con chi mi confronterò per risolvere i casini del nostro ristorante?». Edoardo, commosso, ha continuato: «Ricordo una frase che dicevi sempre: io resterò Peter Pan per sempre, non invecchierò mai. Alla fine il destino ha voluto che fosse proprio così. Sei stato una persona molto importante nella mia vita e lo sarai per sempre. Ciao Giacomo, ti vogliamo bene tutti». Non meno toccante il ricordo dell'amica Meri. «Mi hai insegnato che la vita va vissuta ogni secondo, con i finestrini spalancati e la musica alta, cantando a squarciagola, fregandocene di chi ci potrebbe sentire. ha detto -. Hai insegnato che a volte potevo anche scompormi, uscire dai miei schemi. Sennò sai che noia, mi dicevi».
PALLONCINI IN VOLO
Dopo i discorsi degli amici, sulle note di 16 marzo di Achille Lauro, è stato proiettato un video con le foto di Giacomo. A chiusura della cerimonia, parenti e amici hanno fatto volare 28 palloncini, esattamente quanti erano gli anni appena compiuti dal ragazzo. La prima a lanciare il suo, al quale ha affidato un bacio per Giacomo, è stata mamma Stefania, che l'ha seguito con lo sguardo fino al cielo.
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