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CHIOGGIA - «Addio Daniel». Il funerale di Daniel Tiozzo, nella chiesa di San Martino, era appena terminato. Parenti, amici e le tantissime persone che lo avevano conosciuto, come pizzaiolo, nei locali in cui aveva lavorato e ne avevano apprezzato la carica umana e la gentilezza, erano ancora radunati attorno al carro funebre, in attesa che la salma partisse per l'ultimo viaggio. Una parente stava raccogliendo, dai tavolini posti all’ingresso esterno della chiesa, i fogli con le firme di partecipazione, le foto e i due cestini che erano stati messi per raccogliere le offerte per la colletta, lanciata da alcuni amici, che doveva servire ad aiutare la famiglia a sostenere le spese funebri. Ad un tratto una donna è uscita dalla folla, si è diretta verso la parente e, con un gesto repentino, si è impossessata dei cestini delle offerte (forse un migliaio di euro) scappando poi di gran carriera. La parente di Daniel e i pochi che avevano intravvisto il gesto, sono rimasti sbigottiti.
Malgrado quel momento volessero trascorrerlo a ricordare il congiunto prematuramente scomparso (aveva solo 31 anni) in un incidente stradale, sono stati costretti a chiamare i carabinieri e rendere testimonianza di quanto accaduto.
Più tardi, la visione delle registrazioni delle telecamere ha sciolto ogni dubbio. Ad impossessarsi delle offerte è stata una donna di 65 anni già nota alle forze dell’ordine per altri reati. In particolare era stata condannata, alcuni anni fa, per una serie di furti compiuti in alcuni stabilimenti balneari. Nel 2018, ai bagni Clodia, era stato un carabiniere fuori servizio a fermarla, dopo che si era introdotta in una cabina. Ma, nel 2016, aveva derubato anche un paziente ricoverato all’ospedale di Padova.
Precedenti che sembrano denotare più una patologia che una personalità criminale a tutto tondo ma che, comunque, non attenuano l’insulto recato alla famiglia del morto che è stata colpita in un momento di grande debolezza interiore. Il funerale era stato molto partecipato, con testimonianze di parenti, amici e colleghi di lavoro che avevano reso il ritratto di un ragazzone tanto buono quanto era massiccio. Il suo fisico da “orso”, come era soprannominato, faceva sembrare piccoli quanti gli stavano accanto ma, soprattutto ai suoi cari, dai nonni, alla sorella minore, Valentina, ai genitori, dava un senso di sicurezza, perché sapeva abbracciarli con forza e calore. Ma la consolazione trasmessa da tanta partecipazione è stata rovinata da quel gesto inutile e azzardato. Ora l’accusa, per la 65enne, è di furto aggravato e, per i carabinieri, rintracciarla è solo questione di tempo. Poi la legge farà il suo corso e per la 65enne, non sarà una cosa leggera.
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