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ROVIGO - «Sono in fila da tre giorni in attesa di varcare il confine con la Polonia. Le auto procedono a passo d'uomo: c'è una coda di circa 40 chilometri. L'esercito ucraino ha ristretto la carreggiata per effettuare i controlli: chi ha tra i 18 e i 60 anni non può lasciare il Paese, deve restare e combattere. Attorno a me anziani, donne e bambini scappano a piedi trascinando le valigie. Gli uomini li accompagnano vicino alla frontiera e poi tornano indietro per difendere la propria terra». È il racconto del polesano Salvatore Zagato, 68 anni, ex vigile del fuoco, da sei anni residente a Vinnycja, nel cuore dell'Ucraina, anche lui, in queste ore, in fuga per scappare dalla guerra. C'è chi prega, chi telefona ai propri cari rimasti nelle città sotto assedio. I bambini camminano spediti verso il confine, chi con una bambola in mano, chi con lo zainetto di scuola in spalla. Una situazione drammatica e surreale». «Sono riuscito ad arrivare al confine con la Polonia, ma non riusciamo a raggiungerlo - racconta al telefono - il carburante sta scarseggiando, molte auto sono state abbandonate lungo il tragitto. Anch'io sono preoccupato, spero di farcela».
LA VILLETTA
Zagato, ex vigile del fuoco in pensione, originario di Adria (Rovigo) da sei anni viveva in Ucraina assieme alla moglie Oksana.
GLI ITALIANI
Nella casa, però, «è rimasta mia suocera: lei non se l'è sentita di abbandonare l'Ucraina. Si è chiusa in casa con l'allarme. Anche una decina di italiani sono rimasti per difendere le loro attività commerciali, pizzerie e bar». Con l'abbandono delle case, infatti, c'è anche l'ombra dello sciacallaggio. «Noi vogliamo tornare in Ucraina, la nostra vita è là, abbiamo più nulla in Italia. Chi ora scappa lo fa con speranza di fare ritorno, ma non certo sotto i russi».
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