Francesca e Robert, in fuga da Venezia per aprire un ristorante-hotel in Val Tramontina

Francesca Bindoni e Robert Tognal
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VENEZIA Lei, Francesca Bindoni, veneziana di 30 anni, lui, Robert Tognal, 36enne veneziano di adozione, ma originario di Piancavallo se ne sono andati da Venezia un anno fa. Troppo caos, città invivibile e, sebbene il lavoro andasse bene, la situazione era diventata insostenibile anche da quel punto di vista. La morsa del turismo, che pure dava loro la possibilità di guadagnarsi da vivere, non è stata sufficiente a trattenerli in città. Meglio scappare in un piccolo borgo, Pecol, immerso nel verde della Val Tramontina, a pochi passi dal lago di Redona. Un anno fa hanno aperto il loro locale, Pan e Yoda da Febo, un ristorante-hotel che negli ultimi vent'anni faticava, tra chiusure ed aperture. La loro esperienza ha però fatto sì che il locale tornasse ai fasti di 50 anni fa, quando era un punto di  ritrovo per la gente della zona. Una fuga, quella da Venezia, che li ha visti accompagnati anche dall'amico Gianvittorio Rossi, anche lui veneziano, che ha scelto di sposare la loro causa. 

«Venezia è casa mia, ma non era più sostenibile viverci, avevo il desiderio di aprirmi qualcosa di mio e non era facile», spiega Francesca. Mentre per Robert: «Era finita drasticamente la poesia e l'eleganza di Venezia». E così, lei, ex cameriera per pagarsi gli studi e lui, cuoco con esperienza sia in città che in giro per l'Italia e l'Europa, hanno abbandonato Venezia. Galeotto nell'incontro dei due è stato un americano: «Robert mi aveva chiesto un americano - spiega Francesca - non lo sapevo fare, alla fine l'ho ubriacato». Ora il loro presente parla friulano, ma con la cucina propongono piatti da tutta Italia: «La filosofia principale - racconta lo chef - è quella di usare prodotti del territorio su una cucina tradizionale, per cui non solo il piatto friulano, ma anche proposte come pasta alla busara, la tecia di pesce mista, il cinghiale alla livornese». Il bilancio del primo anno di attività li rende felici: «Va bene, la prima stagione ci ha fatto ben pensare che si potesse lavorare e sviluppare altro oltre alla ristorazione, l'idea è di portare il locale ad essere un centro culturale». I due vulcanici imprenditori hanno già le idee chiare per il futuro: «Vorremmo allargarci a galleria d'arte, centro benessere, sviluppare collaborazioni con artigiani, vendita di ceramiche, quadri, mobili restaurati, ricamo, insomma, farlo tornare un punto di riferimento per la zona, anche grazie all'animazione come concerti». Il tutto, però, passo passo: «Appena arrivati abbiamo riammodernato il locale, sfruttando la parte esterna, che offre una bellissima vista sul lago di Redona. Di recente abbiamo anche sviluppato un orto botanico sinergico, con sdraio e spazio relax». La prossima scommessa, spiegano, sarà la cura del benessere: «Vogliamo fare uno spazio sauna-idromassaggio con vista lago, avviando una collaborazione con uno studio fisioterapistico entro quest'anno». Senza dimenticare l'aspetto culinario: «Con la chiusura del campeggio di Tramonti - conclude Robert - per aiutarli abbiamo acquistato il loro mobilio, tra cui un forno per le pizze, quindi a breve offriremo anche le pizze gourmet».
Tomaso Borzomì Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino