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I prezzi di frutta e verdura nelle ultime settimane sono sulle montagne russe con lievi cali e brusche risalite. Anche nei negozi del territorio regionale, nei mercati settimanali e nelle rivendite a Km 0. L’alternarsi di temperature decisamente più alte della media, alcuni giorni di abbassamento con gelo notturno e mattutino e la mancanza di acqua che oramai va avanti dalla scorsa primavera, stanno intaccando la regolarità della produzione. E i prezzi salgono. Alcuni esempi: la settimana scorsa, rispetto a quella precedente c’è un rialzo di circa il 13 per cento per cavoli e broccoli, mentre le zucchine scendevano del 5 per cento, così come il radicchio rosso. Queste ultime due verdure, però, sono date in salita dall’inizio di questa settimana. Il vero rischio, però è che la siccità possa dare il colpo letale ai prezzi e quindi ai consumatori quest’estate.
LA COLDIRETTI
Il presidente di Coldiretti Pordenone, Matteo Zolin vuole però precisare subito un passaggio fondamentale. «Deve essere chiaro a tutti - spiega - che l’aumento dei prezzi no viene determinato dai coltivatori. Noi siano solo l’ultimo anello della catena e subiamo gli andamenti determinati da altri. Anzi, gli agricoltori hanno sempre dimostrato, pure nei momenti difficili come quelli della pandemia, di essere sempre in prima linea per garantire i prodotti e la qualità.
LA SICCITÀ
Uno dei problemi più importanti che sta creando l’altalena dei prezzi, anche se in questo caso le cifre della merce restano molto di più nella parte alta è proprio la carenza di acqua. Del resto anche riso e mais che dipendono molto proprio dall’acqua, avranno un calo della produzione, con conseguente ricorso alle importazioni e una quasi certa stangata tra qualche mese. In questo periodo - spiegano poi alcuni agricoltori locali - stiamo passando da un eccesso di offerta a una carenza e questo causa una oscillazione dei prezzi. Con le temperature così elevate c’è un continuo accavallarsi dei calendari di maturazione. Ci sono dei momenti con alcuni tipi di prodotti molto abbondanti, perfino in eccesso (settimane in cui alcuni prodotti calano) in altri, invece c’è una carenza, proprio perché quello che si è accavallato prima non è più utilizzabile. Uno degli esempi riguarda il pomodoro sceso due settimane fa anche a un euro e 99 al chilo, ma risalito a 3.99 euro già a metà della scorsa settimana.
LE COLTURE
Se la siccità dovesse continuare anche in primavera gli agricoltori, ovviamente anche quelli della regione, per poter sopravvivere e non vedere i loro prodotti andare persi, saranno costretti a fare scelte legate alle previsioni di quanta acqua si avrà a disposizione in estate e quindi a dover decidere cosa seminare o trapiantare. Tra i seminativi a maggior rischio riduzione è il mais, ma anche diversi ortaggi, tutti quelli che hanno bisogno di molta a acqua per poter crescere e svilupparsi andare avanti. È evidente, quindi, che se si riducono determinate produzioni il risultato sarà una scarsa offerta e prezzi non potranno che aumentare. E i prodotti più a rischio stangata sono le melanzane, i peperoni, e le zucchine. Le oscillazioni sono già in corso, ma i rincari veri arriveranno nei mesi caldi.
LA FRUTTA
In questo caso a preoccupare è il rischio di un brusco abbassamento delle temperature, cosa possibile almeno sino a fine aprile, in una situazione in cui il caldo anomalo ha provocato le fioriture anticipate di mandorli, peschi e ciliegi che sono ora particolarmente sensibili al freddo. Se la temperatura dovesse scendere sotto lo zero gran parte del raccolta sarebbe da buttare. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino