Venezia. Frode fiscale dai bonus edilizi e riciclaggio internazionale: 9 arresti e 45 indagati, sequestri per oltre 20 milioni di euro

Frode fiscale dai bonus edilizi e riciclaggio internazionale, gli arresti della Guardia di Finanza
VENEZIA - Associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale, alla truffa ai danni dello Stato e al riciclaggio. Sono i capi d'accusa per nove soggetti e nei...

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VENEZIA - Associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale, alla truffa ai danni dello Stato e al riciclaggio. Sono i capi d'accusa per nove soggetti e nei confronti dei quali la Guardia di Finanza ha eseguito un decreto di sequestro per circa 20 milioni di euro e un’ordinanza di custodia cautelare, emesse dal Giudice delle Indagini preliminari di Padova.

In particolare, sono state effettuate circa 50 perquisizioni locali e personali. Le indagini, dirette dalla Procura patavina ed eseguite dai finanzieri della Compagnia di Mirano, sono state avviate nel 2022 nei confronti di diverse società italiane ed estere operanti nel settore dell’intermediazione di manodopera, alcune delle quali intestate a prestanome e/o a persone di fiducia nullatenenti.

Le società in questione si sono avvalse delle risultanze di attività tecniche e di diversi canali di cooperazione internazionale attivati (Spagna, Repubblica Ceca, Grecia). L'ipotesi, inizialmente, era quella della frode fiscale e contributiva a causa di dichiarazioni fiscali fraudolente, fatture false, omessa presentazione delle dichiarazioni ai fini IVA e imposte sui redditi. Il sodalizio però si è ampliato inglobando l'ipotesi di truffa aggravata ai danni dello Stato, per la creazione e commercializzazione di falsi crediti d’imposta derivanti da bonus edilizi nonché di riciclaggio internazionale dei proventi illeciti, con la collaborazione di criminalità locale e soggetti di origine cinese. 

Tra i soggetti destinatari delle misure cautelari, infatti, c'è un cittadino cinese, residente nella provincia patavina, ritenuto gestore di una rete di riciclaggio che, mediante fatture per operazioni inesistenti scambiate tra società aventi sede in Europa ed in Cina, avrebbe permesso ad evasori e criminali di ripulire il denaro illecitamente accumulato.

Gli altri soggetti raggiunti da misure personali sono, invece, tutti italiani, residenti nelle province di Venezia, Padova, Ravenna, Roma e La Spezia, alcuni dei quali con precedenti per reati di natura economico finanziaria ed in un caso, un commercialista, con una condanna per aver favorito una cosca ‘ndranghetista. 

«Mi congratulo con gli inquirenti per la capacità investigativa e per gli ordini di custodia cautelare che ne sono scaturiti. Un bel punto segnato a favore della legalità». Così il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. «Reati gravi – aggiunge – che si traducono anche in un grave danno alla collettività che contribuisce con onestà alla fiscalità generale. L’organizzazione sgominata – conclude Zaia – appare forte e spregiudicata. Motivo in più per esprimere gratitudine agli inquirenti tutti».

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Il Gazzettino