No vax in Friuli, allarme sanitari: sono oltre 5.000. La Regione: «Non possiamo obbligare nessuno»

foto di repertorio
UDINE - Sono oltre cinquemila i professionisti della salute non ancora vaccinati negli ospedali e nelle strutture sanitarie del Friuli Venezia Giulia. Se il picco più alto...

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UDINE - Sono oltre cinquemila i professionisti della salute non ancora vaccinati negli ospedali e nelle strutture sanitarie del Friuli Venezia Giulia. Se il picco più alto si registra nell'Asugi di Gorizia e Trieste (con 3.707 casi su un totale di 6.887 dipendenti, anche se delle persone invitate formalmente a vaccinarsi 978 lo hanno fatto), anche in provincia di Udine sono ancora molti i sanitari che non si sono ancora sottoposti alla somministrazione del siero anti-covid. Nel territorio gestito dall'AsuFc (Azienda Friuli centrale) in tutto sono stati rilevati 1.347 casi - di cui 74 medici, 517 infermieri e 316 operatori sociosanitari - su un totale di 8.826 dipendenti, cui si aggiungono i 360 non aderenti del Friuli Occidentale (18 medici, 212 infermieri, 125 oss, 1 ostetrica e 4 veterinari) e gli 85 oss del Burlo Garofolo di Trieste. Un esercito, fatte le dovute proporzioni, anche rispetto ai numeri del vicino Veneto, dove, prima che la Regione facesse una forte pressione su questo fronte, risultavano circa 10mila.


I NUMERI
I dati sono emersi ieri in consiglio regionale, quando il vicepresidente Riccardo Riccardi ha risposto ad un question time del consigliere Tiziano Centis (Cittadini). «Sono dell'opinione che chi deve fare questo lavoro dev'essere vaccinato. Ma altra cosa sono le norme vigenti - ha detto Riccardi -. Non possiamo obbligare nessuno e, comunque, tutti possono provvedere entro il 31 dicembre 2021. Le nostre Aziende stanno adempiendo alle disposizioni del Governo». Ma, rispondendo indirettamente alle punzecchiature giunte il giorno prima dal componente della Paritetica Salvatore Spitaleri (ex segretario Pd), allarmato dai dati nazionali, che vedevano il Fvg a fondo classifica per percentuale di sanitari vaccinati (con l'84,52% immunizzato in prima dose contro il 96,19% della media italiana, e il 15,48% ancora in attesa di una prima iniezione), Riccardi ha voluto precisare che «non c'è comunque alcun problema di efficienza della macchina vaccinale: abbiamo 40.473 operatori vaccinati, al 100% in prima dose e al 90% in seconda dose. Chi lo ha chiesto, è stato vaccinato».


LA PROCEDURA
In Fvg le aziende «stanno adempiendo alle disposizioni stabilite dal decreto approvato dal Governo», ha detto Riccardi, ma, in diversi casi, «si sono viste recapitare pacchi di carte alte così di diffide da parte dei legali di alcuni professionisti della salute che diffidano le Aziende dal trattamento di quei dati, aprendo tutto un potenziale contenzioso che io giudico inguardabile sul piano politico. Il piano giuridico è un'altra cosa». Nonostante questi primi ostacoli «stanno programmando tutte le azioni così come previsto dal decreto legge per chi non è vaccinato entro il 31 dicembre». Fra le misure previste «la possibilità di decurtare lo stipendio del professionista che non si vaccina, il trasferimento ad altra funzione fino alla sospensione dell'attività».


ASUFC


Alcune diffide sono arrivate anche ai vertici dell'AsuFc, come conferma il neodirettore generale Denis Caporale. «Abbiamo l'elenco dei non vaccinati. Non abbiamo ancora mandato le raccomandate. Prima di obbligare i dipendenti a vaccinarsi voglio incentivarli a farlo. Bisogna ricordare che in Azienda abbiamo anche avuto tantissimi casi di persone positive. Dobbiamo quindi ripulire le liste». Per parte sua Centis si dice sconcertato dal fatto che «dopo 49 giorni dalla pubblicazione del decreto, ad oggi non è stato inviato alcun invito formale a vaccinarsi».

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Il Gazzettino