Il freddo in quota porta la batosta: in montagna crisi già iniziata. «Acceso il riscaldamento, ecco quanto paghiamo»

Il centro di Tarvisio
Sono come delle cavie. Studiando la loro esperienza, che sta maturando in questi giorni, si ha una prima fotografia di quello che succederà praticamente ovunque. I...

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Sono come delle cavie. Studiando la loro esperienza, che sta maturando in questi giorni, si ha una prima fotografia di quello che succederà praticamente ovunque. I cittadini della montagna anticipano tutti, anche quando il “primato” è poco invidiabile. Di notte, infatti, le temperature minime in quota si stanno già avvicinando allo zero.


La conseguenza? Riscaldamento acceso e primi riscontri in bolletta in attesa di un fenomeno che il mese prossimo si presenterà con tutta la sua forza anche in pianura e in città. E tra alberghi, ristoranti, scuole e Comuni, il quadro è quello di una comunità che si sta già piegando ai rincari. 


L’ORA DECISIVA


Silvia ha un ristorante a Frisanco. «Stamattina (ieri, ndr) sono riuscita a scaldare la sala aprendo le finestre (e menomale che torna l’anticiclone africano, ndr), ma da stasera (sempre ieri, ndr) devo iniziare ad accendere il riscaldamento». E sono dolori, perché «il gas è raddoppiato e le bollette dell’energia elettrica sono addirittura quintuplicate». E ancora: «Ci devono dare risposte immediate. Abbiamo in mano una stima - prosegue - che ci dice che potremo aprire fino a Natale. Poi da gennaio sarà letteralmente impossibile». Il Friuli Venezia Giulia è diviso in due zone: in pianura e nelle valli più basse non si può ancora accendere il riscaldamento. Sarà possibile a partire dal 22 ottobre, mentre in quota l’accensione è già stata liberalizzata. Con i primi effetti pratici sulle bollette, soprattutto a carico di chi, come accade ad esempio a Sauris, l’interruttore del riscaldamento l’ha già pigiato e messo su “on” dai primi giorni di settembre. Con i suoi 1.400 metri di altitudine, quello di Sauris è il comune più elevato di tutto il Friuli Venezia Giulia. «Pur avendo un contratto per l’energia a prezzo fisso - spiega Paola Schneider, presidente di Federalberghi Udine ma anche titolare dell’hotel Riglarhaus - abbiamo già verificato un aumento del 30 per cento. Molto minore rispetto a quello che avverte chi ha un contratto variabile, ma comunque presente». 
Al di là dell’esperienza personale, basata sul primo mese intero di riscaldamento acceso in montagna, la stessa Schneider oggi parteciperà a un incontro a distanza con i colleghi. «Un vertice - illustra ancora la presidente udinese di Federalberghi - durante il quale capiremo probabilmente quale sarà la direzione dolorosa da seguire: in ballo ci sono anche la sospensione delle attività oppure la scelta di aprire le porte dei nostri alberghi solamente dal venerdì alla domenica». E già a desso a Sauri il sistema è questo: si fa a turno, per un hotel che apre ce n’è un altro che tiene chiuso. 


I COMUNI


Anche a Tarvisio i riscaldamenti sono accesi. Al confine con l’Austria le temperature notturne arrivano anche a tre gradi sopra lo zero. «Le stime per noi che siamo gli apripista sono drammatiche - spiega il sindaco Zanette -. Nelle scuole abbiamo già acceso gli impianti, perché al mattino il freddo si fa sentire. Stimiamo un aumento mensile di 250mila euro per l’energia che consumiamo. Quest’anno le bollette si faranno sentire in maniera molto pesante. Anche i privati hanno iniziato a riscaldare abitazioni e appartamenti». 

 

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Il Gazzettino