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LIDO DI VENEZIA - In classe per due giorni al gelo, con la temperatura in aula di 11 gradi per un guasto alla caldaia. E’ stato un rientro a scuola dalle vacanze di Natale tutt’altro che facile quello degli alunni della scuola elementare “Pierluigi Penzo” di Malamocco al Lido. L’edificio, di proprietà comunale, ospita cinque classi della scuola primaria, più una sezione dell’infanzia. Il plesso fa parte dell’istituto scolastico comprensivo “Franca Ongaro” del Lido e Pellestrina. Ieri sono entrati in classe 16 studenti, su un totale di 120, gli altri, visto il freddo del giorno prima, sono rimasti a casa per scelta delle famiglie. Il giorno precedente al ritorno delle vacanze natalizie, invece, vi era stato un normale rientro, in aula di tutte le classi. Però poi, una volta che ci si è resi conto che il guasto non era risolvibile in pochi minuti, ma che sarebbe perdurato per l’intera giornata, in molti hanno chiamato a casa nel corso della giornata, e si sono fatti venire a prendere. Troppo freddo con 11 gradi in aula, al gelo non si poteva resistere a fare lezione.
CLASSI DECIMATE
Ieri in classe, anche nel pomeriggio, faceva ancora freddo e a scuola sono rimasti a seguire l’andamento dei lavori 14 adulti, tra insegnanti e personale scolastico, che hanno evidenziato una situazione certo ideale e adeguata per lavorare.
LE PROTESTE
Il disagio di lunedì mattina ha però scatenato la rabbia e le proteste di diverse famiglie che si sono lamentate del disagio improvviso. Alcuni non hanno avuto mezzi termini definendo, anche sui social, vergognosa la situazione che si è venuta a creare. Le famiglie si sono lamentate soprattutto dell’assenza di preavviso da parte della direzione della scuola. Resta da capire se il blocco della caldaia si sia registrato la mattina stessa di lunedì, pochi minuti prima del suono della campanella, oppure se già nel fine settimana scorso ci fosse una temperatura troppo bassa e non adeguata al rientro in classe dei bambini. In quest’ultimo caso i genitori sostengono che la scuola avrebbe dovuto essere chiusa e la comunicazione data per tempo, permettendo così alle famiglie che dovevano tenere a casa i bambini di organizzarsi, senza contrattempi dell’ultimo minuto. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino