Monselice. Fratello e sorella muoiono a due giorni di distanza: lei era malata, lui ha avuto un infarto

Gianantonio e Anisca Brunello erano profondamente legati tra loro: si pensa a un funerale congiunto

Gianantonio Brunello
MONSELICE (PADOVA) - Sorella e fratello muoiono a due giorni di distanza l’una dall’altro: in duomo un funerale congiunto per dare loro l’ultimo saluto. Un...

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MONSELICE (PADOVA) - Sorella e fratello muoiono a due giorni di distanza l’una dall’altro: in duomo un funerale congiunto per dare loro l’ultimo saluto. Un triste epilogo ha accomunato i fratelli Gianantonio e Anisca Brunello, scomparsi rispettivamente sabato e ieri. Gianantonio, 77 anni e da tutti conosciuto come Gianni, era molto in pena per le condizioni di salute della 79enne Anisca, gravemente malata da tempo. I due erano molto legati e Gianni, che viveva solo, considerava la sorella un imprescindibile punto di riferimento. Ora che Anisca si stava lentamente spegnendo, l’uomo era molto sofferente nell’animo. Improvvisamente, un infarto lo ha stroncato lo scorso 12 gennaio, dopo una vita trascorsa all’insegna dell’amore donativo e dei valori evangelici.

IL RITRATTO

Gianni Brunello era un uomo profondamente devoto e dedito al prossimo: buono, mite, sempre pronto a dare e a infondere gli altri del suo dolce sorriso. La sua scelta di vita era stata radicale: non si era mai sposato e faceva tutto quel che era nelle sue possibilità per i bisognosi. «Io ho preso il Vangelo sul serio, perché quello che vi è scritto non sono parole. L’insegnamento di Cristo va vissuto», ripeteva spesso agli amici della parrocchia del duomo, che l’uomo frequentava assiduamente. Viveva quasi da povero, tanto che qualcuno lo canzonava bonariamente per qualche giacca lisa. Ma anche lì, lui rispondeva: «Che sarà mai, mi basta coprirmi». Eppure avrebbe avuto tutte le possibilità per vivere negli agi. Nato in una famiglia benestante, aveva conseguito la laurea in Ingegneria e si era dedicato al lavoro in un’importante fabbrica del settore ferrotranviario. Alla pensione, si era poi dedicato alla gestione degli immobili e dei terreni famigliari, le cui vigne curava con passione. «Faceva del bene e nascondeva la mano con cui donava - racconta l’amico Riccardo Ghidotti - Ha seguito i giovani della parrocchia, pagava i campi scuola a chi non poteva, se Casa Amica necessitava di un aiuto, era pronto a contribuire. Amava l’Africa e le sue missioni, tanto che aveva aiutato padre Eros Borile a costruire dei pozzi per l’acqua. Non diceva mai quanto dava e se glielo si chiedeva, si ritraeva. Ma Gianni era sempre pronto a fare, anche per le tante persone che si rivolgevano a lui in periodi di ristrettezze».

LE DONAZIONI

Tra le sue ultime donazioni, 35mila euro per il nuovo organo del duomo. Lo aveva inaugurato nel 2019 assieme al compianto don Sandro Panizzolo, scomparso due anni dopo. Tra i parroci che avevano apprezzato le qualità umane di Brunello si ricordano don Ezio Andreotti, don Alberto Peloso, don Sandro e, in ultima, don Paolo Marzellan. Con tutti loro, Gianni aveva collaborato fattivamente senza mai chiedere nulla in cambio. La scomparsa dei fratelli Brunello lascia nello sconforto il cognato Enio De Guio - storico fiorista - e il nipote Davide. La data delle esequie non è ancora stata fissata. 

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Il Gazzettino