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FARRA DI SOLIGO - Per lui la conversione alla mobilità “green” non ha segreti. Dopo una carriera ai massimi livelli nel mondo delle due ruote con i motori termici, da anni Franco Moro ha spostato la sua attenzione verso l’elettrico. Declinato inizialmente su biciclette e moto, mentre ora il farrese sta sviluppando il settore dei motori marini con il marchio Huracan Marine cheha già equipaggiato alcuni mezzi della polizia municipale di Venezia.
GLI ESORDI
Un’innovazione continua, alimentata fin da ragazzo dalla sua inarrestabile curiosità. «Ho iniziato negli anni 80 nell’officina di Luigi Razzolini a Valdobbiadene. Lì c’era un bel giro, si respirava l’aria delle importanti gare enduro disputate dai clienti. Poi conobbi Fabrizio Furlan, che correva nell’Europeo 250 con una Honda e cercava un meccanico. Dalla sera alla mattina mollai tutto e andai con lui, che in seguito passò alla Yamaha. Nel 1990 altro cambio, finii in una scuderia di Bassano che aveva rapporti con l’Aprilia. Non trascorse molto tempo e il richiamo della casa di Noale fu troppo forte, si stavano ingrandendo e inserendo nuovo personale. Divenni responsabile motorista della 125, girando ovunque per seguire il campionato mondiale. Ma non andavo d’accordo con il responsabile del team e volevo andarmene. Alla fine mi feci convincere, rimasi come consulente per fare ricerca e sviluppo della parte termica».
IL PERIODO D’ORO
Anni di grandi soddisfazioni. Avendo come piloti prima Max Biaggi e poi Loris Capirossi. «Con loro tornai anche in pista a seguire il mondiale 250. L’Aprilia andava davvero forte. Quando nel 1998 Capirossi vinse il titolo iridato io ero con lui per occuparmi della parte motore. L’anno dopo arrivò Valentino Rossi. In seguito tornai alla 125, ma dopo più di dieci anni ero un un po’ stanco, volevo tornare a casa per stare vicino alla famiglia e realizzare qualcosa di mio, così uscii dall’azienda». Poi l’avventura in Fantic Motor appena acquistata dall’amico Federico Fregnan, dove Moro lavora alla progettazione del nuovo Caballero 50.
LA SCINTILLA
«La scintilla è scattata grazie ad amici comuni, che mi hanno introdotto nel mondo delle imbarcazioni. L’idea, davvero lungimirante e innovativa, era quella di sviluppare un motore marino elettrico, pulito ed ecologico. Mi sono innamorato di questo ambito che non conoscevo». Si va per tentativi, non sempre coronati da risultati concreti. Fino alla nascita di Huracan Marine, con sede operativa a Farra e legale a Campalto, nel Veneziano. «Creare prototipi in un ambito così non è stato semplice, ma sicuramente stimolante. Basti pensare agli sviluppi che possono essere enormi, ad esempio nella navigazione lacustre. Che, se riservata a natanti con motore elettrico, sarebbe rispettosa dell’ambiente. Un concetto che fuori dall’Italia sta avendo un impulso importante, dagli Stati Uniti all’Olanda tanto per citare due paesi. Lì stanno investendo somme considerevoli, da noi invece nessuno ti dà credito. Io ho provato a proporre i miei progetti alle banche, fino ad ora non ho ottenuto però finanziamenti. Eppure questo, che lo si voglia oppure no, sarà il futuro». Un primo passo è stata la fornitura di alcune imbarcazioni alla polizia municipale di Venezia. «Huracan ha partecipato a un bando del Comune, vincendolo per poi realizzare quattro unità ibride. Inoltre abbiamo fornito due motori per taxi realizzati ai Cantieri Vizianello, uno è il famoso “Amore” a bordo del quale si è sposato anche George Clooney. I nostri potenziali clienti che arrivano all’aeroporto Marco Polo vengono fatti salire su mezzi ibridi targati Huracan, così capiscono subito di cosa si tratta».
LE POTENZIALITA’
Nel solo ambito lagunare le potenzialità di sviluppo sarebbero enormi. «Certamente, la mobilità e i trasporti sono acquei. Servirebbero però degli incentivi per passare all’elettrico. In Italia - conclude Franco Moro - siamo l’unica azienda in grado di proporre una gamma completa nel settore. La nostra tecnologia ha anche attirato l’attenzione di grossi gruppi esteri. Vediamo quali saranno gli sviluppi. Noi siamo pronti».
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Il Gazzettino