Addio di colleghi e amici a Francesco, l'oste che servì Brad Pitt e Angelina Jolie

Addio di colleghi e amici a Francesco, l'oste che servì Brad Pitt e Angelina Jolie
VENEZIA - L'aggettivo che viene accostato con più convinzione a Francesco Zorzetto è altruista. Non solo un oste, un ristoratore, ma anche un amico per molti...

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VENEZIA - L'aggettivo che viene accostato con più convinzione a Francesco Zorzetto è altruista. Non solo un oste, un ristoratore, ma anche un amico per molti veneziani. La sua morte, travolto da un treno a Preganziol a soli 49 anni, ha lasciato attoniti amici, colleghi e clienti. E  La Cantina, il locale che Zorzetto aveva venduto ai cinesi un mese fa, ieri avrebbe anche potuto tenere abbassate le serrande in segno di lutto e come omaggio all'ex proprietario. Invece era aperto come al solito.


«Mai avremmo pensato una cosa simile; appena saputa la disgrazia abbiamo chiuso.Dopo aver ceduto, Francesco tornava spesso qui - raccontano i cinesi in un italiano stentato - era contento, rideva con noi, sembrava molto sereno». «Avessimo avuto sentore che Francesco covava qualcosa saremmo subito intervenuti - aggiungono i dipendenti veneziani - non c'era alcun segno di malessere». C'è mestizia anche nel vicino locale Arte della pizza, in calle dell'Aseo, gestito da Paola, sorella di Francesco. Ieri non era al lavoro, ma un socio racconta quanta sorpresa e dolore abbia colpito tutti.

La Cantina di Francesco era un punto di riferimento in Strada Nuova, dove si sedevano veneziani e turisti, magicamente mescolati. C'erano stati anche Brad Pitt e Angelina Jolie con i figli, quando vennero a Venezia a girare The Tourist. Francesco aveva anche aiutato colleghi in difficoltà, offrendo loro un lavoro.

Uno dei clienti più affezionati è stato negli anni Andrea Causin, senatore di Forza Italia. In un post su Facebook ieri ha sfogato il suo dolore. «Ci conoscevamo da sempre, siamo nati assieme, per così dire, entrambi di Martellago - spiega Causin - Spesso quando eravamo assieme scherzava dicendo che io ero suo fratello. Potevano passare anche due o tre mesi senza vederci ma poi ci si incontrava. Aveva una grande qualità artistica, pur non definendosi uno chef, aveva un'altissima competenza dei prodotti che trattava e vi dedicava un sacco di tempo. L'ultimo volta che l'ho visto, tre settimane fa al garage San Marco, abbiamo camminato assieme verso il ponte di Calatrava e lui spingeva il passeggino del suo bambino, mi diceva di esser contento di aver preso casa in terraferma e ora che aveva venduto il locale poteva riposarsi un attimo. Era una bella persona. Ancora non riesco a credere a quello che è accaduto. Voglio ricordare quell'ultima passeggiata assieme, in cui l'ho visto sereno».

Luca Grinzato, rappresentante di vini, ricorda la preparazione di Zorzetto: «Era un perfezionista nel suo mestiere e una persona generosa, lo conoscevo da 25 anni. Lo avevo visto a Favaro il giorno prima della scomparsa, ci siamo incrociati per strada. Mi è sembrato sereno. Il Redentore degli ultimi 5 anni l'ho passato da lui, senza vedere i fuochi ma godendomi la sua compagnia».

E ancora, Paolo Lazzari, della taverna Vini da Gigio, a pochi metri dalla Cantina: «Lo avevo chiamato 10 giorni fa, abituato com'ero a sentirlo, e mi aveva detto che sarebbe passato presto da me, lo aspettavo ma non ci siamo più visti. E questo è un grande rammarico. Eravamo molto legati, è sempre stato un grande artista, non di facile comunicazione, era molto diretto, ma estremamente preparato». Roberto Miracapillo, del ristorante Vittoria da Aldo a San Geremia, era un amico affezionato.«Francesco era altruista, fantasioso, una persona che aiutava tutti». Francesco lascia l'ex moglie, 2 figlie ventenni, una compagna e un bambino che era nato un anno fa. 


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Il Gazzettino