Coldiretti: «Fotovoltaico, la Regione blocchi l’ennesimo scempio»

La Coldiretti insorge contro l'ipotesi di campo fotovoltaico nelle campagne di Loreo
ROVIGO - «Chiediamo alla Regione di bloccare questo scempio: se non lo dovesse fare annullerebbe sé stessa, lasciando alla mercé delle neonate lobby la risorsa...

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ROVIGO - «Chiediamo alla Regione di bloccare questo scempio: se non lo dovesse fare annullerebbe sé stessa, lasciando alla mercé delle neonate lobby la risorsa fondiaria veneta». Un appello forte quello che arriva dalla Coldiretti del Veneto dopo la notizia del parere positivo, pur con prescrizioni, ma non ostative, espresso dalla Commissione Via all’impianto fotovoltaico a terra di Loreo. Si tratta di un nuovo decisivo passaggio, tuttavia non ancora il sì definitivo, dell’iter che è iniziato il 9 luglio dello scorso anno, quando la Marco Polo Solar 2 ha presentato la richiesta di verifica di assoggettabilità alla procedura di Valutazione di impatto ambientale del progetto per la realizzazione di un parco agro-fotovoltaico da 48,08 MW su una superficie di oltre 63 ettari, attualmente coltivati, anche se metà già classificati come produttivi.


Una fascia rettangolare in un’area di pregio che va dal retro delle ville di Retinella, come Corte Papadopoli, affacciate sul ramo morto del Naviglio Adigetto, scendendo a sud fino al Canalbianco. Definito “parco agro-fotovoltaico” dalla Marco Polo Solar 2, il cui legale rappresentante è l’ingegner Luciano Zerbinati, già consigliere provinciale, secondo il progetto permetterebbe «di accoppiare la produzione di energia fotovoltaica con la produzione agraria: i pannelli sono sollevati dal suolo in maniera da permettere il passaggio di macchine operatrici e di ridurre l’effetto di ombreggiamento al suolo, consentendo, quindi, lo sviluppo delle piante al di sotto dell’impianto fotovoltaico».

DANNO NOTEVOLE

Nel caso arrivasse l’autorizzazione, secondo Carlo Salvan, presidente della Coldiretti di Rovigo «si realizzerà un danno per il territorio e per la produzione agricola, un impatto negativo per il paesaggio, un’alterazione all’assetto fondiario, il colpo di grazia alla biodiversità, riducendo la presenza dell’imprenditoria agricola, che sarà ridotta nel migliore dei casi a contoterzismo. Tutto ciò avviene mentre in Consiglio regionale è avviata la discussione della proposta di legge numero 41, un Pdl che individua le aree dismesse e non agricole idonee all’installazione limitata di pannelli solari. Attendiamo il provvedimento definitivo, ma certamente non staremo con le mani in mano senza escludere ogni tipo di iniziativa. Lo dobbiamo al territorio e ai nostri soci che insieme a noi si oppongono a interventi come questi che sottraggono di fatto il loro lavoro, checché ne dicano gli “esperti”. Le motivazioni per respingere questi interventi ci sono e noi lo abbiamo evidenziato in un documento di 26 pagine redatto con il supporto dei migliori consulenti. La nostra posizione è chiara: no al fotovoltaico a terra, sì allo sviluppo della produzione di energia da fonti rinnovabili utilizzando tetti e aree dismesse non agricole, sì ai micro-impianti fatti dagli agricoltori come attività connessa a quella agricola».
 

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Il Gazzettino