Veneto, Forza Italia contro tutti: vacilla l'unità a centro destra

La campagna acquisti, gli attacchi a Zaia su sanità e terzo mandato, gli attriti con Fdi

VENEZIA - Forza Italia contro tutti, soprattutto contro Lega e Fratelli d'Italia. Altro che Pd. Cose mai viste nel tranquillo orticello del centrodestra veneto. E, allargando...

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VENEZIA - Forza Italia contro tutti, soprattutto contro Lega e Fratelli d'Italia. Altro che Pd. Cose mai viste nel tranquillo orticello del centrodestra veneto. E, allargando l'orizzonte, visto molto poco anche nel resto d'Italia. Soprattutto adesso, dove le fibrillazioni tra i leader magari ci saranno a Roma ma nei territori si riducono fino a spegnersi. Tranne che in Veneto. Qui Forza Italia sembra risvegliarsi dopo anni di torpore. E incalza con particolare zelo gli alleati. Soprattutto la Lega e il governatore Luca Zaia. Flavio Tosi si sta dimostrando un coordinatore regionale a dir poco arrembante. «Ha un obiettivo, ma di sicuro ha anche dei sassolini da togliersi», maligna un big del Carroccio mettendo in fila i siluri lanciati dall'azzurro da qualche mese a questa parte e rimarcando la sua burrascosa espulsione dalla Lega.


TERRITORIO
Tosi, da quando ha preso le redini dei forzisti, ha subito marcato il territorio. Tanto per cominciare è partito con una campagna acquisti scoppiettante, puntando sui leghisti delusi. Poi è passato ai contenuti mettendo nel mirino Zaia. Prima ha criticato la gestione della Sanità, accusando il governatore di aver aperto con troppa leggerezza al mondo dei privati, argomento caro ai Dem che se lo sono visti sottrarre da sotto agli occhi. Poi si è infilato nella scia tracciata dal numero uno azzurro in persona Antonio Tajani, presidente nazionale di FI nonché ministro degli Esteri e vice premier, di passaggio in Veneto la scorsa settimana. Senza troppi giri di parole Tajani ha stroncato le ambizioni di Zaia per un terzo mandato. E, guarda un po', ha lanciato la candidatura di Tosi definendolo un ottimo pretendente al poso di governatore. Dando fuoco alle polveri.


IL DUELLO
In casa leghista non hanno gradito, tanto per usare un eufemismo. Il segretario del Carroccio Alberto Stefano ha risposto a muso duro evocando lo scandalo Mose che travolse Giancarlo Galan, tanto per ribadire che l'era Zaia ha ridato lustro alla regione. La diatriba è quindi salita di tono, con Tosi che va a ripescare un'intervista di in cui Zaia rivendicava la bontà del limite dei due mandati per i governatori e i leghisti a sventolare un'altra intervista dove Tosi invocava il terzo mandato. Mai vista una Forza Italia così aggressiva. Che non risparmia nemmeno Fratelli d'Italia, come dimostra la lite scoppiata nella riunione di maggioranza dell'altro giorno in consiglio regionale per via di alcuni emendamenti al bilancio. E a questo punto la domanda che si fanno tutti è: qual è l'obiettivo di tanta irruenza? Perché creare tante tensioni?


LO SCENARIO
Il primo traguardo è sicuramente riportare gli azzurri al centro del panorama politico regionale dopo troppo tempo di anonimato. E se lo scopo è stato raggiunto lo dirà il numero di tessere guadagnate a fine anno: si parla già di 5mila tesserati partendo da una base di 300. Tosi poi viene dato sicuro candidato alle prossime Europee e in rampa di lancio per cercare di impadronirsi del testimone di Zaia come candidato governatore se il terzo mandato non dovesse arrivare. L'appoggio di Tajani, con conseguente attacco al governatore, è già un segnale chiaro in tal senso. Quanto basta per creare tensioni, rimettere in discussione equilibri consolidati e portare scompiglio nella coalizione. Da Treviso un sindaco in prima linea come Mario Conte (Lega) invita alla calma: «Sarebbe bene mettere in secondo piano ogni discorso legato a candidature, leadership di partito o altro. Il momento è difficile, i cittadini hanno bisogno di certezze e la politica deve dare esempio di compattezza. A cominciare dal centrodestra».


Come a dire: basta provocazioni. Intanto Tosi, tanto per non allentare la tensione, risponde all'assessore regionale allo Sviluppo economico Roberto Marcato sul mancato finanziamento nel ddl Bilancio 2024 del credito d'imposta della ZLS Porto di Venezia-Rodigino: «Per poter promulgare il Dpcm attuativo della "Zona Logistica Semplificata Porto di Venezia Rodigino" mancavano alcune osservazioni da parte del Consiglio di Stato attese a giorni. Immediatamente dopo, il ministero procederà alla stesura e comunicazione del decreto citato. Sarà nostra cura pertanto monitorare i prossimi imminenti passaggi, con particolare attenzione alla messa a disposizione delle risorse a copertura del previsto credito d'imposta». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino