Fortunato Ortombina, sovrintendente della Fenice: «San Marco, una piazza da festival»

PIAZZA SAN MARCO Un momento del concerto di sabato a Venezia
VENEZIA - Piazza San Marco è un luogo speciale per la musica. Il Teatro La Fenice sabato sera ha brillato sotto il cielo stellato con i “Carmina Burana” che ha...

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VENEZIA - Piazza San Marco è un luogo speciale per la musica. Il Teatro La Fenice sabato sera ha brillato sotto il cielo stellato con i “Carmina Burana” che ha salutato con un concerto d’eccezione l’estate veneziana. Dieci minuti di applausi e un bis eccezionalmente concesso con la ripetizione del prologo “Fortuna imperatrix mundi”, nel quale è presente il famoso brano “O Fortuna”. Il concerto, trasmesso in diretta televisiva su Rai5, in 32 paesi, e diretta radiofonica su Rai Radiotre, ha restituito al pubblico contemporaneo suggestioni e inquietudini del Medioevo.

Sovrintendente Ortombina, è orgoglioso del risultato raggiunto? 
«Sono felice e contento di aver fatto qualcosa di molto bello per Venezia. Ho parlato con tante persone, prima e dopo il concerto».

Ci sarà un futuro per iniziative analoghe? 
«Stiamo facendo il possibile per far sì che il concerto diventi una data fissa nel calendario veneziano la settimana prima del Redentore. Questo è l’anno zero. Ci troviamo ancora in un momento difficile, siamo ancora durante e dopo la pandemia. Ci sono migliaia di regole da osservare. Per adesso siamo partiti così. L’ideale sarebbe, senza essere troppo invasivi rispetto alla Piazza, creare un Festival, ogni anno, con più appuntamenti nel corso dell’anno. E’ una gestione molto delicata. Ci sono centinaia di parametri tecnici di cui tenere conto come quelli relazionali con negozi, bar e ristoranti. Dobbiamo essere rispettosi di tutti, cosa che questa volta abbiamo fatto. Questo assetto della Piazza ha rilevato aspetti che solitamente non si percepiscono. L’altra sera, per un’ora, si è fermato il mondo e questo ha reso San Marco ancora più centrale. Sono contento per i veneziani che hanno ritrovato un aspetto culturale della loro San Marco, come è già accaduto in passato».

Una scelta prudenziale quella di mettere solo 2.300 posti? 
«In piazza ci stanno 5mila persone sedute. Però quest’anno con la pandemia, sappiamo che a differenza del 2020 e 2021, l’estate non sta registrando una sparizione delle infezioni. Aggiungere altri 2mila posti circa voleva dire creare un affollamento che non avrebbe fatto stare tranquilla la gente. Ho visto gente che cercava biglietti fino all’ultimo. Ci dispiace che non tutti siano riusciti ad acquistarli. Non aveva senso correre dei rischi, dobbiamo prudenzialmente garantire la salute delle persone e la sicurezza. Duemila posti, tutti alla stessa ora, avrebbe imposto dei problemi logistici da osservare in accordo con le forze dell’ordine. Quest’anno abbiamo fatto così, la prossima volta possiamo fare di più».

Emozione nel vedere Coro e Orchestra senza mascherina? 


«E’ davvero per tutti una situazione storica. Mi riferisco in particolare al Coro che per 18 mesi, dal novembre 2020, cantava ogni giorno alle prove, ai concerti e alle opere con la mascherina. Quella di ieri è stata una giornata di liberazione per loro come per i maestri orchestrali».
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Il Gazzettino