BELLUNO - Avevano visto andare in fumo i loro risparmi investiti in titoli argentini poco prima del crac del Paese sudamericano. Venticinquemila euro: il risparmio di due...
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LA CAUSA
La coppia fonzasina aveva sottoscritto i famosi “tango bond” per 25 mila euro. Dopo il default di quei soldi rimasero poco più di mille euro (quanto maturato nei mesi prima del crac). Nel 2009, tramite l’avvocato Zanella, hanno iniziato una trattativa stragiudiziale con la Cassa di risparmio del Veneto. Ma la banca non ha dato nemmeno riscontro a nessuna delle diffide inviate dal legale. Nel 2010 i pensionati sono costretti a andare avanti: ricorrono in Tribunale a Belluno contro Cassa di risparmio del Veneto.
LA SENTENZA
Già in primo grado la banca viene condannata. Secondo quanto evidenziato nella sentenza non vi sarebbe stata la diligenza, correttezza e trasparenza dell’intermediario finanziario, come imposto dal Testo unico della finanza. Vi sarebbe stata, inoltre, la violazione degli obblighi di informazione al cliente su quel tipo di operazioni. Non avevano spiegato le caratteristiche specifiche del titolo, che era rischioso, non adeguato certo a due pensionati che vogliono far fruttare un po’ i loro risparmi. Per questo, con sentenza del 2014, il Tribunale di Belluno ordina alla Cassa di risparmio del Veneto di Feltre la restituzione dei soldi. Il giudice ha dichiarato la risoluzione del contratto e restituzione del valore nominale dei titoli, oltre interessi legali (7mila euro circa), per inadempimento della banca.
L’APPELLO
La sentenza è stata subito eseguita dall’istituto di credito, che ha risarcito i due pensionati. Ma, forte di un orientamento consolidato delle sentenze della Terza sezione della Corte d’appello di Venezia, che, in casi simili, avevano visto soggiacere il risparmiatore, impugna la sentenza di primo grado. La banca presenta Appello nel 2015, allegando proprio quelle sentenze favorevoli e l’avvocato Zanella per i fonzasini, resiste e si oppone all’azione. La sentenza dei giudici veneziani è stata pubblicata il 3 settembre: hanno confermato la decisione del Tribunale di Belluno. Il giudice bellunese aveva positivamente accertato l’inadempimento della banca per quanto concerne le informazioni ai clienti. Non avrebbe dato informazioni sulle caratteristiche del prodotto: era stato dato ai pensionati un semplice precompilato. «I nostri due clienti - spiega l’avvocato Zanella - non rientravano nella categoria “qualificati o professionali”. Le informazioni dovevano essere approfondite e puntuali». La Corte d’Appello ha anche condannato la banca al pagamento spese processuali (3500 euro circa). Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino