Perseguitava l'ex amante, 39enne di Fontanafredda condannata per stalking

MOLESTIE La donna aveva usato Instagram, WhatsApp e Facebook per perseguitare l'ex amante
PORDENONE/FONTANAFREDDA - Ha usato Instagram, WhatsApp e Facebook per perseguitare e diffamare l'ex amante. Una 39enne di Fontanafredda ieri è stata condannata a 1 anno...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
PORDENONE/FONTANAFREDDA - Ha usato Instagram, WhatsApp e Facebook per perseguitare e diffamare l'ex amante. Una 39enne di Fontanafredda ieri è stata condannata a 1 anno e 3 mesi di reclusione dal giudice Eugenio Pergola, che ha ritenuto provati i reati di stalking e diffamazione, aggravati dal fatto che erano stati commessi anche con i social (il vpo Cesia Rossi Puri aveva chiesto 1 anno e 6 mesi). Due le parti offese, marito e moglie tutelati dall'avvocato Orsola Costanza e che hanno rinunciato a costituirsi parte civile.


La vicenda si sviluppa tra il 2016 e il 2018. Due anni da incubo per la coppia di Porcia. Il marito, dopo aver intrapreso un percorso terapeutico da uno psicologo, aveva presentato querela. Altrettanto aveva fatto la moglie. L'imputata - di cui omettiamo le generalità per tutelare la coppia molestata - aveva usato anche il profilo Facebook di Sei di Cordenons se, mentre su un proprio profilo postava messaggi e fotografie in cui faceva intendere che con la vittima c'era una relazione. Il giudice ha ritenuto che lettere indirizzate alla moglie dell'ex amante, messaggi tesi a screditare l'uomo attribuendogli false frequentazioni femminili, profili Instagram creati con i nomi delle vittime o WhatsApp con la foto in costume da bagno dell'ex amante abbiano costretto la coppia a cambiare le proprie abitudini.

Nella sua arringa l'avvocato Pierfrancesco Scatà ha ridimensionato la vicenda. Secondo il difensore, si è trattato di scambi reciproci di messaggi al termine di una relazione extraconiugale. «Uno scambio di opinioni, nessuna molestia», ha osservato ricordando che la vittima in aula ha ammesso di aver avuto una relazione, circostanza che farebbe venir meno i reati, «visto che il querelante sosteneva che la sua reputazione era stata lesa perchè la mia cliente faceva riferimento a una relazione mai esistita».


L'inizio delle persecuzioni risale al novembre 2016, quando l'imputata chiamò la vittima sul lavoro. Disse a un suo collega che doveva parlare con lui per annunciargli (falsamente) che era incinta. Su Facebook pubblicò anche un'ecografia accompagnata dalla frase: Sorpresa Taaadaaa. Con un nickname pubblicò un annuncio su Sei di Cordenons se...: diceva che stava cercando l'uomo di Porcia, fornendo nominativo, stato civile, modello dell'auto e professione. Diceva che doveva rintracciarlo perchè aveva dimenticato una cosa a casa sua. Continuò poi a pubblicare su Facebook foto e messaggi dove lasciava intendere che con la parte offesa c'era una relazione amorosa.
C.A. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino