Vino rosso e bianco tornano a zampillare dalla (finta) fontana delle tette

L'originale fontana delle tette di Treviso
TREVISO - (mf) Ogni alpino ha un compito in questa grande adunata. Il ruolo di Mauro Bergamo, classe 1964, residente a Dosson, è quello di custode della copia della Fontana...

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TREVISO - (mf) Ogni alpino ha un compito in questa grande adunata. Il ruolo di Mauro Bergamo, classe 1964, residente a Dosson, è quello di custode della copia della Fontana delle Tette, che sgorga vino, allestita dalle Penne nere in piazzetta Torre, dietro al Calmaggiore, a pochi metri dalla riproduzione ufficiale di quella vera, che si trova al sicuro sotto la loggia di palazzo dei Trecento. Un'attività delicata e preziosa la sua. «Per noi è una cosa storica: sono decenni che la portiamo a ogni adunata degli alpini. C'era anche in quella del 1994, l'ultima andata in scena a Treviso prima di questa racconta . Si tratta di una copia della fontana, fatta in vetroresina ormai diversi anni fa, che è in tutto e per tutto uguale a quella vera. Con una sola differenza: da questa sgorga il vino, bianco e rosso, come accadeva con l'originale ai tempi del podestà». Proprio così. La fontana originale fu costruita nel 1559 per volere di Alvise Da Ponte, podestà della repubblica di Venezia, dopo una siccità che colpì Treviso e la campagna circostante. E da quel momento fino al 1797, anno della caduta della Serenissima, ha sgorgato vino rosso e bianco in onore di ogni nuovo podestà. La versione alpina della fontana più famosa di Treviso è stata attivata ieri sera. Alle 18 in punto ha iniziato a uscire il vino. Non a getto continuo, come voleva la tradizione. «Impossibile: ne sarebbe servito troppo ride il custode della mitica fonte funziona con dei fusti come una spina: spilliamo noi quando serve». Si andrà avanti così fino a domani sera. Fino alla vigilia della grande sfilata.


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Il Gazzettino