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SANTO STEFANO - Doppio giallo lungo la statale 52 Carnica. Il primo riguarda i lavori voluti dall'Anas per rendere il traforo esistente più sicuro. Larga parte della primavera è già stata archiviata e nulla ancora si sa di certo sulla data di apertura del cantiere all'interno della galleria Comelico, sulle modalità di accesso ed uscita dal tunnel. Mentre l'intera società civile ed economica bellunese è scesa compatta in campo nel richiedere una valida, certa e sicura strada alternativa, dato che tale non può essere considerato il passo Sant'Antonio. Il secondo mistero ruota attorno alla galleria tutta da realizzare di Coltrondo. Voci insistenti sostengono che i fondi già stanziati per bucare il monte siano stati cassati e trasferiti altrove: nella nuova destinazione il finanziamento sarebbe suddiviso tra la viabilità di Zoldo e quella del Comelico. A far luce sulla vicenda sarà il senatore Luca De Carlo, che si sta attivando per presentare una specifica interrogazione parlamentare al ministro competente.
LA RASSICURAZIONE
«Sarà mia premura - afferma l'esponente di Fratelli d'Italia e membro della quinta Commissione permanente che si occupa di bilancio interrogare il ministro per sapere se corrisponda al vero o meno.
STORIA INFINITA
Della galleria di Coltrondo se ne parla da decenni. E il tempo tra la progettazione iniziale e il primo diaframma a cadere si avvicina a quello che ha interessato la galleria esistente. Per realizzare questa si attesero 45 anni. Evidentemente quando si parla di viabilità nazionale in Comelico i tempi si allungano di molto. Il primo progetto presentato all'Anas su Coltrondo risale a 1981, con un costo di 4 miliardi di lire. Nel 2014, a fronte anche dei danni dell'allora maltempo, che mise in luce tutte le criticità della strada statale 52 Carnica da e per il Centro Cadore, vennero avviate apposite azioni e l'Anas pubblicamente affermò che l'unica soluzione idonea per mettere in sicurezza l'accesso alla valle era rappresentata dalla galleria di Coltrondo. Successivamente la giunta regionale del Veneto indicò il tunnel come opera prioritaria e venne approvato lo stanziamento da parte del Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) di 55 milioni di euro. Che già in passato rischiarono di essere trasferiti altrove, per esempio su altri punti neri della viabilità cadorina, per i Mondiali 2021 di Cortina. Fonti ufficiali relazionano che il tunnel è stato inserito all'interno del piano pluriennale Anas 2015-2019 per un importo complessivo di 70 milioni di euro. L'intervento consiste nella realizzazione di una variante alla 52 Carnica, tra le progressive 86+050 e 88+000, nel territorio comunale di Santo Stefano.
L'OBIETTIVO
Lo scopo dell'opera è garantire un collegamento più sicuro e continuo sulla direttrice principale Belluno-Treviso-Venezia, su cui gravitano tutte le attività turistiche e produttive del Comelico e della valle del Piave. L'intervento, della lunghezza di circa due chilometri, prevede la realizzazione di un tunnel di circa 1600 metri, di cui i primi 60 in artificiale. I costi e i tempi di realizzazione sono stati ritenuti, però, incompatibili con l'obiettivo del Piano Cortina 2021, così si è deciso di posticipare, a data indefinita, la realizzazione. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino