Presidente senza laurea alla fondazione culturale: si dimette dopo la bufera

Claudio Bertorelli, presidente dimissionario della Fondazione Mazzotti
TREVISO - Paesaggista urbano. Nel suo curriculum si definisce così Claudio Bertorelli, titolare di AsproStudio, nome conosciuto nel mondo delle rigenerazione urbana,...

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TREVISO - Paesaggista urbano. Nel suo curriculum si definisce così Claudio Bertorelli, titolare di AsproStudio, nome conosciuto nel mondo delle rigenerazione urbana, promotore di progetti realizzati in varie parti d'Italia e autore di una sterminata serie di articoli e pubblicazioni di settore. Un curriculum importante, che ha attirato l'attenzione del sindaco di Treviso Mario Conte quando è arrivato il momento di scegliere il nuovo presidente della Fondazione Mazzotti, istituzione culturale trevigiana caduta in disgrazia e ora pronta per essere rilanciata. E quel paesaggista urbano sembrava la figura perfetta per una Fondazione che della tutela del paesaggio fa la sua forza. E così giovedì scorso, Conte ha ufficializzato il nuovo cda con Bertorelli presidente. Ed è scoppiata la polemica, per un motivo semplice: Bertorelli non è laureato. Per tre giorni è stato nell'occhio del ciclone e, ieri, ha annunciato le sue dimissioni.


LA FALLA
La mancanza della laurea, di per sé, non è la cosa più grave. Il bando per reclutare il nuovo cda non prevedeva l'obbligo di averla, anche se per guidare una Fondazione in cerca di rilancio, magari sarebbe stato opportuno possederla. A scatenare la polemica è stato invece che Bertorelli nel suo curriculum si sia definito paesaggista urbano e sia stato fin troppo vago nel parlare di titoli accademici. Infatti scrive, semplicemente, di aver frequentato la facoltà di Ingegneria Edile all'università di Trieste, senza parlare di laurea. E poi una sfilza di risultati ottenuti sul campo e l'elenco delle pubblicazioni fatte. A domanda diretta sulla mancanza di un titolo accademico, ha risposto: «Sono una figura ibrida, un intellettuale atipico. La facoltà d'Ingegneria? Ho sostenuto tutti gli esami, poi ho iniziato a lavorare e non mi sono laureato. Ma tra qualche mese completerò gli studi». E sulla caso Mazzotti chiarisce: «No ho commesso alcun illecito». Tra i primi a storcere il naso, l'ordine degli Architetti del Veneto con una nota molto severa: «L'uso improprio della qualifica professionale rappresenta una grave violazione ed un esercizio abusivo della professione, oltre che un grave danno per tutti i professionisti iscritti all'Ordine. È vero che ci sono grandi architetti nella storia del 900 e del passato che non avevano una formazione accademica o universitaria ma va anche considerato che ci sono oggi molte (troppe) figure che operano nell'edilizia, sia tecniche che commerciali, il cui reale contributo va considerato nell' interesse comune». E non poteva mancare la polemica politica. Subito dopo l'annuncio della sua nomina, sono emersi dei post scritti nel 2018 estremamente critici verso il Dossier sulle colline patrimonio Unesco firmato dalla Regione. Una presa di posizione che ha fortemente irritato la Lega trevigiana.


CA' SUGANA


La questione dei titoli ha poi scatenato l'opposizione in consiglio comunale, che ieri mattina ha presentato richiesta di accesso atti per capire quali curriculum sono arrivati in Comune e con che criteri sono stati valutati e scartati. Una bagarre che ha messo in difficoltà un po' tutti, a cominciare dal sindaco Mario Conte che ha firmato i decreti di nomina. Davanti a tanto clamore ha subito garantito: «Farò le verifiche del caso». Ma la situazione l'ha risolta Bertorelli inviando una lettera di dimissioni. Scelta che il primo cittadino ha accolto: «Prendiamo atto delle dimissioni di Claudio Bertorelli dalla carica di Presidente della Fondazione Mazzotti - ha commentato Conte - teniamo comunque a precisare che l'incarico conferito al presidente, così come a tutti gli altri componenti del consiglio di amministrazione della Fondazione, non comporta l'erogazione di alcun compenso né il possesso di titoli specifici. Auspichiamo che il signor Bertorelli possa ora chiarire la sua posizione verso gli ordini professionali con la dovuta serenità».

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Il Gazzettino