Focolai nella Marca, cresce la paura: «Potenziati i posti in terapia intensiva»

Potenziati i posti in terapia intensiva al Ca' Foncello
TREVISO - «Non è un virus che colpisce solo i vecchi». Lo ripete Francesco Benazzi, lo ribadisce anche il governatore Luca Zaia. E lo confermano i numeri....

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TREVISO - «Non è un virus che colpisce solo i vecchi». Lo ripete Francesco Benazzi, lo ribadisce anche il governatore Luca Zaia. E lo confermano i numeri. A Treviso, attualmente, nel reparto di malattie infettive del Ca' Foncello sono ricoverate 13 persone con i sintomi del coronavirus. Poche, quasi un'inezia rispetto ai numeri tragici della primavera. Ma il dato che più fa riflettere i medici è un altro: dei 13 ricoverati la metà è giovane, con età compresa tra i 30 e i 45 anni. E anche questa riflessione ha spinto l'Usl 2 a varare un piano di potenziamento del sistema sanitario in vista dell'autunno inverno, quando è prevista una nuova ondata di contagi: i posti di terapia intensiva passeranno da 46 a 90 in modo da evitare situazioni di sofferenza per mancanza di letti attrezzati. 


L'ANALISI
Il nodo centrale, adesso, restano però i giovani. «Attualmente - ammette Benazzi - non abbiamo più ricoverati over 65. È un dato da sottolineare. L'aspetto positivo, rispetto a tre quattro mesi fa, è che la carica virale è inferiore. I giovani, almeno in questa fase, guariscono prima». In terapia intensiva, invece, c'è un solo ricoverato: un 58enne affetto da una grave forma di diabete arrivato in Pronto Soccorso per via di un pericoloso calo glicemico. Gli è stato fatto un tampone, come da prassi per tutti quelli che entrano in ospedale, e trovato positivo. Dal Pronto Soccorso, una volta accertate le sue condizioni, è stato subito trasferito in terapia intensiva. «Il caso di questo paziente - precisa Benazzi - va spiegato. Intanto l'età, 58 anni, dimostra che il virus non è una prerogativa dei più anziani. Ma bisogna anche dire che è arrivato al Pronto Soccorso in condizioni gravi per via del diabete e che, a prescindere dal tampone positivo, in terapia intensiva ci sarebbe andato comunque». 

LE MASCHERINE
Benazzi ripete quindi quello che ormai dice da mesi: «Rispettiamo le misure di sicurezza. Il virus può colpire tutti. Quindi restiamo a un metro di distanza l'uno dall'altro, laviamoci le mani di frequente e usiamo il più possibile la mascherina. Già questo è sufficiente». E poi evidenzia un dato per dimostrare l'efficacia di queste misure: «Abbiamo fatto 4.398 tamponi ai trevigiani di ritorno dall'estero e devo dire che la mossa della Regione di rendere libero l'accesso per fare i controlli è stato geniale e ci ha risolto un mucchio di problemi. Solo il primo giorno avevamo mille prenotazioni con appuntamenti dati anche a 14 giorni di distanza. Alla fine i positivi sono stati solo 6: uno arrivato da Malta e 5 dalla Croazia. Questo significa che usare la mascherina e un atteggiamento prudente serve molto».

IL PIANO

La guardia comunque resta alta e si guarda a cosa accadrà nei prossimi mesi. Benazzi, seguendo le direttive della Regione, ha quindi approntato un piano per reggere l'urto di una una nuova, probabile, ondata di contagi potenziando le terapie intensive e il reparto di Malattie Infettive del Ca' Foncello. «Attualmente in Malattie Infettive abbiamo 20 posti e li porteremo a 50 - annuncia - nel territorio dell'Usl i letti di terapia intensiva sono invece 46 e diventeranno 90. Aumenteremo anche la terapia semi intensiva: a Treviso passeremo da 26 a 40 posti; a Montebelluna ce ne saranno 10 e 33 a Vittorio Veneto. Gli ospedali che si occuperanno solo di malati Covid resteranno quelli della scorsa primavera: il San Camillo e Vittorio Veneto». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino