A Malta per studiare l'inglese: «Nostro figlio prigioniero nel focolaio Covid»

L'hotel a Malta dove sta facendo la quarantena il 17enne trevigiano
PREGANZIOL - Prigioniero in una stanza d'albergo nonostante il tampone negativo, senza comunicazioni ufficiali sulla durata e le modalità dell'eventuale quarantena....

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PREGANZIOL - Prigioniero in una stanza d'albergo nonostante il tampone negativo, senza comunicazioni ufficiali sulla durata e le modalità dell'eventuale quarantena. E senza avere la possibilità di pianificare il rientro in Italia. Con i genitori che dall'altro capo del Mediterraneo stanno cercando di mobilitare mari e monti per capire cosa ne sarà di lui. Leonardo, 15enne di Preganziol, è uno degli almeno 120 ragazzi italiani sprofondati nell'incubo Covid a Malta. Nel Paese c'è stato un balzo in avanti dei contagi, anche a causa dei focolai di coronavirus scoppiati nelle scuole di lingua dove gli studenti internazionali affinano il loro inglese attraverso vacanze studio.


È la formula che ha scelto anche Leonardo per l'estate della prima liceo scientifico. Lo studente del Da Vinci di Treviso è partito domenica 27 giugno e sarebbe dovuto rientrare stasera, appoggiandosi al tour operator milanese Esl. Invece i piani sono stati mandati all'aria dall'impennata dei contagi. La disorganizzazione delle autorità maltesi nel gestire l'emergenza, a detta dei genitori, ha fatto il resto. Nel college di Leonardo ci sono stati alcuni casi di contagio. «Giovedì nostro figlio ha fatto il tampone, con esito negativo. Gli è stato detto che dovrà fare comunque una quarantena di 14 giorni - spiegano mamma e papà -. Al momento si trova al Topaz Hotel, a Bugibba, insieme a una ventina di altri minorenni. Venerdì mattina alle 10.30 ha dovuto lasciare la sua stanza, in attesa di essere assegnati a una struttura in cui trascorrere la quarantena. L'attesa si è protratta per tutto il giorno e alle 23.45 i ragazzi sono stati rispediti nelle loro stanze originarie, condivise con altri ragazzi non in isolamento perché non c'erano strutture per accoglierli».


«Peraltro della quarantena non è mai stata data comunicazione ufficiale né a Leonardo né a noi» - sottolineano i genitori. La coppia si è messa in contatto con l'ambasciata maltese, senza tuttavia ottenere risposte. Così adesso ha deciso di far leva anche sulle autorità locali, dal presidente della Regione Luca Zaia al sindaco di Preganziol Paolo Galeano, nella speranza che possano attivarsi per sbloccare la situazione, comune a tanti altri studenti.


L'appello è chiaro e accorato: «Chiediamo che venga fatto tutto il possibile per far tornare a casa al più presto i ragazzi, almeno quelli negativi. E che venga risolto il problema logistico della quarantena». E Leonardo come sta? «Fino a mercoledì era entusiasta. È il suo primo viaggio all'estero. Gli serviva un'esperienza di socialità dopo più di un anno di dad. Adesso è abbattuto ma resiste».
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Il Gazzettino