Maxi focolaio in casa di riposo: bloccata l'accoglienza dei profughi

Nuovo focolaio in casa di riposo
PORDENONE - Era tutto pronto per la svolta: da luogo dedicato alla riabilitazione e alle cure degli anziani, a rifugio per i profughi che scappano dalla guerra in Ucraina. Invece...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

PORDENONE - Era tutto pronto per la svolta: da luogo dedicato alla riabilitazione e alle cure degli anziani, a rifugio per i profughi che scappano dalla guerra in Ucraina. Invece si è bloccato tutto. E il responsabile è un vecchio nemico: ancora lui, il Covid, tornato a invadere le corsie di un luogo protetto. La residenza per anziani Casa Serena, infatti, è alle prese con un nuovo maxi-focolaio di contagi e la direzione è stata costretta a sospendere l'operazione parallela, quella dedicata all'aiuto umanitario.

L'ALLARME
I primi contagi sono tornati a far visita agli anziani di Casa Serena ormai diversi giorni fa. Ma quello che sembrava un evento circoscritto, si è trasformato nell'ennesimo focolaio dall'inizio della pandemia. Gli ospiti che hanno contratto il virus sono ormai una quarantina. Sono stati intaccati due nuclei al primo piano della struttura e altrettanti al secondo piano. Non è stato risparmiato nemmeno il reparto dedicato ai degenti che sono già malati di Alzheimer. Una decina, invece, gli operatori sanitari costretti a casa a causa del contagio. Il virus corre, ma fortunatamente le conseguenze cliniche sui pazienti sono nettamente diverse rispetto a quelle che si notavano un tempo. La terza dose, che copre praticamente il 100 per cento degli ospiti, salva il quadro. «Abbiamo notato che tutti gli anziani contagiati hanno manifestato una lieve febbre per un paio di giorni, poi più nulla», ha rassicurato tutti il direttore della struttura, Giovanni Di Prima.

LE CONSEGUENZE
Il maxi-focolaio esploso nuovamente a Casa Serana, però, ha di fatto congelato un'operazione importante che vedeva protagonista sul fronte dell'emergenza umanitaria proprio l'Asp Umberto I. «Per il momento - ha spiegato sempre Di Prima - abbiamo deciso di sospendere la procedura che ci stava portando all'accoglienza dei profughi provenienti dall'Ucraina all'interno della Rsa di Casa Serena. Prima dobbiamo risolvere il problema sanitario che di fatto sta isolando cinque reparti». Nel dettaglio, i locali che un tempo ospitavano la Rsa a Casa Serena potranno ospitare 19 rifugiati in fuga dalla guerra in Ucraina. Sarà loro garantito il servizio di cucina, e le stanze sono praticamente già pronte, con i letti allestiti. «Possiamo essere pronti praticamente da subito», aveva spiegato il direttore dell'Umberto I, Giovanni Di Prima. I diciannove posti andranno ad aggiungersi ai quattro già occupati dai rifugiati ucraini nell'area prima dedicata alla guardia medica della struttura. Poi però il Covid ha preso di nuovo il centro della scena, e la convenzione con la Prefettura di Pordenone ora deve attendere.

IL PREGRESSO


La ex Rsa di Pordenone, quella che doveva essere ospitata a Casa Serena e che proprio a Casa Serena aveva chiuso i battenti lo scorso agosto, adesso volta pagina con decisione. Così, dopo aver atteso le mosse dell'Azienda sanitaria del Friuli Occidentale e aver masticato amaro per la promessa mancata di tornare a Casa Serena in caso di gara deserta per la nuova Rsa, la dirigenza dell'Asp Umberto I ha scelto di aprire le braccia ai profughi in arrivo dall'Ucraina. Il progetto, nato ancora qualche settimana fa e già comunicato alla Prefettura, potrà quindi prendere materialmente corpo. Manca solamente un passaggio - ma l'esito è scontato - all'interno del consiglio d'amministrazione dell'Asp stessa, dopodiché sarà firmata la convenzione per l'ospitalità con la Prefettura di Pordenone.
  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino