Il labirinto come metafora della vita ma anche come elemento di abbellimento del paesaggio e arricchimento dei luoghi della memoria. Flavia Pastò è una giovane...
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Il disegno originario è dell’artista inglese Randoll Coate, grande amico dello scrittore, che ne aveva già realizzato un primo esempio in Argentina, nella tenuta di Los Alamos a Mendoza. Il progetto veneziano, portato avanti dall’architetto Matteo Sbalchiero e dall’agronomo Marco Tosato di Padova, con la collaborazione dell’architetto paesaggista Flavia Pastò, si rifà proprio a questo disegno, cercando però di adattarne le proporzioni planimetriche all’area su cui sarebbe dovuto sorgere.
«Collocato all’interno della Fondazione, in posizione centrale rispetto all’intera isola, il labirinto forma una sorta di terzo chiostro vegetale in linea con gli altri due – spiega la stessa Pastò -. Il disegno a terra rappresenta il nome Borges specchiato e inscritto in una cornice, e realizzato con 3250 piante di Buxus.... ». Una passione quella per il paesaggio e per la progettazione di giardini e labirinti che l’architetto padovano ha maturato ai tempi dell’università.
Il Gazzettino