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BRUGNERA - La comunità dice addio a un uomo conosciuto e amato per il suo lavoro e il suo impegno nel sociale non solo a San Cassiano ma in tutta Brugnera: Flaudio Della Libera, detto Moro. I compaesani lo hanno conosciuto sotto molte vesti: quella di meccanico fin da quando, alla fine degli anni ’70, aveva aperto la propria officina in paese. Poi quella di ciclista, uomo dedito al mondo dello sport e alla promozione della località e infine, nel corso degli ultimi 15 anni, di nonno-vigile. Flaudio era nato il 3 gennaio 43 a Bibano da una famiglia molto povera. Aveva cominciato a lavorare come meccanico da giovanissimo. Dopo qualche anno si è messo in proprio con prima un’officina nel suo paese natale e poi un’altra a Brugnera. Flaudio era molto apprezzato, tanto che i clienti giungevano fin da Udine e Treviso per il suo talento, e sotto la sua ala si sono formati molti dei meccanici che ora operano nella zona. Flaudio era anche un patito del ciclismo, sport che ha praticato assiduamente sino a quando, cinque anni fa, non si è ammalato. Amava anche la danza, tanto da continuare ad ballare il liscio nei periodi meno duri della malattia. Ma Flaudio non viveva gli sport solo da protagonista: spendeva il proprio tempo sostenendo le squadre amatoriali di calcio e i ciclisti del territorio e accompagnando gli atleti ad allenamenti e trasferte.
IN PAESE
Flaudio è stato anche tra i soci fondatori dell’associazione che ogni anno organizza la Festa del Vino di San Cassiano.
IL RICORDO
«Papà ci ha sempre incoraggiate a guardare lontano, e ha sempre cercato di sostenerci nelle nostre idee e nella costruzione dei nostri sogni - raccontano le figlie -. Ci ha regalato il suo entusiasmo e il suo senso dell’umorismo, oltre al suo grande desiderio di libertà, per se stesso e per gli altri». «Crescendoci ci ha insegnato che tutti sono uguali, e non solo a parole ma con i fatti. Parlava con chiunque, dai senatori ai banchieri, indossando la propria tuta da lavoro, sentendosi sempre e comunque alla loro altezza», proseguono Laura e Sonia. «Tendeva una mano alle persone in difficoltà, e non esitava ad invitare a cena i ragazzi stranieri che bussavano alla nostra porta per vendere qualche piccolo oggetto». Le due figlie lo ricordano come un genitore dalla mente aperta, spirito libero a tal punto da venire spesso e volentieri scambiato per un fratello maggiore. Nemmeno il cancro, sopraggiunto cinque anni e mezzo fa, è riuscito a strappare a Flaudio il suo grande amore per la vita, che lo ha contraddistinto fino all’ultimo.
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Il Gazzettino