Alla scoperta del Timavo: dopo 23 anni raggiunto un nuovo tratto inesplorato

Alla scoperta del Timavo: dopo 23 anni raggiunto un nuovo tratto inesplorato
TRIESTE -  Dopo 23 anni di esplorazioni e scavi nella grotta denominata Luftloch (dal tedesco 'grotta che respira'), il cui accesso si apre sul fondo di una...

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TRIESTE -  Dopo 23 anni di esplorazioni e scavi nella grotta denominata Luftloch (dal tedesco 'grotta che respira'), il cui accesso si apre sul fondo di una dolina di Trebiciano, nel Carso triestino, gli speleologi della Società Adriatica di Speleologia (SAS) hanno finalmente raggiunto un nuovo tratto inesplorato del fiume sotterraneo Timavo. Nello scorso fine settimana una squadra di 12 speleologi della SAS, sono riuscita a raggiungere il nuovo fondo della grotta in cui scorre il fiume a oltre -300 metri di profondità. Un risultato storico che segna un altro, importantissimo tassello nella mappatura del misterioso fiume e delle sue caverne sotterranee. L’importante notizia è stata data da Marco Restaino, che da oltre due decenni ha lavorato per il raggiungimento di questo grande risultato che riporta il nostro territorio e Trieste alla ribalta, come culla storica e centro attivo della speleologia internazionale. Giunti con non poche difficoltà sul fondo, gli speleologi hanno provveduto ad un primo sommario rilievo della cavità e al campionamento di acqua e sedimenti per le successive analisi scientifiche di laboratorio. Ad aspettarli, alcuni protei, immobili nelle acque per la prima volta illuminate dalla luce artificiale.

Quest’ampio vano sotterraneo presenta delle dimensioni ragguardevoli: altezza massima quasi 50 metri, lunghezza di circa 100 metri, e almeno 30 di larghezza. La grotta Luftloch entra così a far parte delle pochissime grotte del Carso che superano i 300 metri di profondità. Ma non solo, l'esplorazione dovrà continuare nei prossimi mesi, poiché non è stato ancora possibile raggiungere il punto di arrivo dell'acqua. Il fiume infatti divide in due parti l'ampia caverna in cui sono appena scesi gli speleologi. In questa fase esplorativa non è stato possibile superare il corso d’acqua che in questi giorni presenta una notevole portata. La sorpresa più grande, però, potrebbe arrivare dal lago di uscita del fiume nella caverna. L'acqua, invece di sparire in un sifone, si immette in una lunghissima galleria. Nel corso della prossima esplorazione si renderà necessario l'utilizzo di canotti, così da avanzare sulla base dell’unico dato finora raccolto: con il misuratore laser, la galleria risulta lunga almeno 50 metri. Oltre questa misura lo strumento va fuori scala e non consente più la lettura.

E' fuori dubbio che la nuova grotta riserverà ancora molte sorprese: con questa scoperta si aprono infine nuove possibilità di prosecuzione anche per gli speleosubacquei impegnati nell'esplorazione del Timavo. Fauna ipogea e campionamenti. Nel corso dell'esplorazione sono stati osservati numerosi protei, ed altri animali tra crostacei ed insetti adattati alla vita in questi ambienti: segnale della buona salute delle acque. Sono state campionate acque argille e sabbie, per analisi mineralogiche, batteriologiche e sulla presenza di inquinanti e microplastiche. 

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Il Gazzettino