MORIAGO DELLA BATTAGLIA - Zone di esondazione ridotte a paesaggi lunari, boschi ripariali scomparsi, aree umide e alvei bonificati o addirittura cementificati. Argini,...
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La grande contesa è salvare il Piave. Un grido d’allarme che arriva dalla società civile. Non solo associazioni ambientaliste, ma anche docenti universitari, pescatori, insegnanti, escursionisti, ricercatori, contadini, sportivi. Un girotondo di anime libere e un solo grande obiettivo: salvare un ecosistema saccheggiato da troppi interessi. «Il bacino del fiume sacro alla Patria è tra i più sfruttati e artificializzati d’Europa». Inizia così il “Manifesto per la Piave”. Un j’accuse senza remore che vuole risposte. Regione, ministero dell’Ambiente e Unione Europea. Questi i destinatari di un manifesto, firmato da migliaia di persone che chiedono una politica seria di risparmio idrico e il blocco di qualsiasi intervento invasivo sul fiume, a partire da nuove dighe, ulteriori sbarramenti, costruzioni e vigneti nelle aree golenali, asportazione di quantitativi non giustificati di ghiaia e di taglio non giustificato della vegetazione ripariale...
Il Gazzettino