Finto Zafferano, il veleno micidiale che uccide nel giro di poche ore: i risultati dell'autopsia sul corpo di Valerio Pinzana

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TRAVESIO (PORDENONE) - È stata una emorragia gastrointestinale, correlabile all'assunzione accidentale di colchicina, a causare il decesso di Valerio Pinzana, il 62enne di Travesio mancato la scorsa settimana dopo aver mangiato un pesto a base del velenosissimo colchito autunnale. Sono le prime indicazioni emerse dall'autopsia eseguita ieri mattina dal medico legale Giovanni Del Ben, a cui il sostituto procuratore Carmelo Barbaro ha chiesto di approfondire anche la posizione di Roberto Pradolin, 62 anni, di Frisanco, il medico di base di Travesio che come atto di garanzia è stato indagato per l'ipotesi di omicidio colposo in ambito sanitario. Difeso dall'avvocato Fabio Gasparini, ha nominato come consulente il medico legale Lucio Bomben.

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GLI ACCERTAMENTI

Il consulente della Procura avrà bisogno di 60 giorni per fornire una risposta completa agli inquirenti. Dal punto di vista medico legale il quadro è chiaro, ma il quesito posto dal Pm richiede ulteriori accertamenti, fondati anche sulla letteratura medico-scientifica. Pinzana poteva essere salvato? Il medico, sulla scorta delle indicazioni fornite dal paziente, ha seguito il protocollo? Poteva sospettare a un caso di avvelenamento? Il veleno presente nel colchito autunnale, che Pinzana ha raccolto troppo presto scambiandolo così per aglio orsino, è potentissimo, oltre che molto rapido. Non esistono antidoti e basta una dose compresa tra i 7 e i 50 milligrammi per morire. Il suo principio attivo è contenuto anche in farmaci usati per combattere gli acidi urici, ma in dosi che vanno da 0,5 a 1 milligrammi. A bassi dosaggi viene usato anche in oncologia, perchè questo veleno, una volta assorbito, distrugge le cellule impedendo loro di moltiplicarsi. È per questo che gli accertamenti medico legali adesso si concentreranno in laboratorio, dove Del Ben dovrà verificare al microscopio i danni subiti dai vari organi, midollo compreso, perchè la colchicina distrugge anche i globuli bianchi.

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LE CURE

Secondo studi medici, Pinzana avrebbe avuto una chance di salvezza nel caso fosse stato sottoposto a lavanda gastrica entro 5/6 ore dall'avvelenamento. «Il medico - spiega l'avvocato Gasparini - è stato contattato il giorno successivo, 22 ore dopo, e aveva talmente pochi dati a disposizione che non poteva immaginare un caso di avvelenamento. Aveva chiesto al paziente che cosa avesse mangiato, ma sapendo che era un esperto raccoglitore di erbe, non poteva immaginare che avesse raccolto una specie velenosa. Gli ha prescritto Buscopan e fermenti lattici, il giorno dopo lo ha risentito». Pinzana stava ancora male, anche se qualche disturbo ero migliorato. «Il terzo giorno - prosegue il legale - non vedendo miglioramenti, ha prima di deciso di andarlo a visitare e poi ha concordato l'accesso in pronto soccorso». È in ospedale, quando l'erba ingerita accidentalmente è stata esaminata, che si è scoperta la natura dell'avvelenamento. A quel punto non c'era più alcuna possibilità di salvare il 62enne, vittima anche del fatto che il Covid-19 gli aveva alterato gusto e olfatto impedendogli di riconoscere l'erba velonosa resa famosa nella mitologia greca da Medea.


C.A.

 

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Il Gazzettino