Rapimento e ricatto per i soldi del finto matrimonio: uno dei tre arrestati è sparito

Tre fratelli kosovari arrestati per aver sequestrato e ricattato un connazionale
SAN BIAGIO - Uno dei tre fratelli kosovari finiti prima in carcere e poi agli arresti domiciliari per sequestro di persona a scopo di estorsione è sparito. Da...

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SAN BIAGIO - Uno dei tre fratelli kosovari finiti prima in carcere e poi agli arresti domiciliari per sequestro di persona a scopo di estorsione è sparito. Da giovedì nessuno ha più sue notizie. Si presume che, non avendo un permesso di soggiorno in Italia, abbia deciso di tornare nel suo paese e di sfuggire, almeno per il momento, alla giustizia italiana. Una fuga che ha spiazzato anche il suo legale, l’avvocato Davide Favotto, difensore anche dei suoi due fratelli che, stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, sono stati parte attiva nel tentativo far ottenere al 38enne il permesso di soggiorno. Il mezzo, come detto, era un matrimonio combinato, e fittizio. E il compenso per la messa in scena era di 8mila euro. Denaro che è stato effettivamente versato dai tre fratelli kosovari ma le nozze, alla fine, non sono state celebrate e da quel debito sono scaturiti prima i dissapori e poi anche il sequestro a scopo di estorsione di un connazionale di 40 anni, con tanto di richiesta di un’Audi come pegno e 100 euro di interessi per ogni giorno di ritardo chiesti ai familiari della vittima fino a quando la somma non sarebbe stata restituita per intero. Azioni che avevano portato in carcere i tre fratelli, poi messi agli arresti domiciliari al termine dell’interrogatorio di convalida dell’arresto.

 
LA VICENDA 

I tre fratelli di 38, 34 e 31 anni, di cui due titolari di un’impresa edile, stando a quanto raccontato in sede di interrogatorio, all’inizio dello scorso anno, per velocizzare l’ottenimento del permesso di soggiorno di quello maggiore, erano entrati in contatto con la vittima che, dietro un compenso di 8mila euro, avrebbe organizzato un matrimonio fittizio per fargli ottenere il documento. Era tutto pronto, con tanto di pubblicazioni. Ma il giorno del lieto evento, nel marzo 2022, i carabinieri avevano fatto irruzione in Comune bloccando le nozze. Da quel momento, dicono i fratelli, è iniziata la trattativa per riottenere gli 8mila euro investiti. 


L’APPUNTAMENTO 

Il 40enne, la sera del 19 gennaio scorso, aveva dato appuntamento al fratello maggiore in un bar del centro di Treviso dicendo di avere i soldi da restituire. All’incontro si è presentato con un conoscente, mentre dall’altra c’erano tutti e tre i fratelli. Da qui le versioni prendono altre strade. La vittima sostiene di essere stata caricata in auto e portata in un magazzino dove, dopo essere stata legata e minacciata, veniva costretta a dare la propria Audi in pegno e ai suoi familiari di versare 100 euro al giorno a titolo di interesse. Gli indagati invece sostengono che è stato proprio il 40enne a offrire la sua auto come garanzia, tanto che, mentre si dirigevano verso la casa dell’uomo a Olmi, sono stati fermati dai carabinieri a cui poi il 40enne ha raccontato del sequestro facendo scattare le manette ai polsi dei kosovari. Ora un nuovo capitolo della saga, con il 38enne che si è reso irreperibile.

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Il Gazzettino