TREVISO - (P. Cal.) Appena arrivata, alla fine del gennaio 2016, era sembrata una donna tranquilla, riservata, attenta sul lavoro, in grado di instaurare buoni rapporti con tutti....
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Quella 40enne friulana, con un diploma universitario triennale per Assistente Sanitaria conseguito nella scuola specializzata di Conegliano, sembrava la classica professionista dedita al lavoro e basta. È arrivata a Treviso grazie a un concorso di mobilità dopo aver lavorato per anni in un'Usl friulana. All'Usl 2 ha operato negli ambulatori della Madonnina dove, settimanalmente, decine di bambini vengono vaccinati. E questo era il suo compito. Ma lei ha sempre fatto finta. Le prime segnalazioni sono arrivate nella primavera del 2016, a giugno l'Usl ha avuto la certezza che qualcosa non andasse e ha provveduto a trasferire la donna al centralino addetto alle prenotazioni per i vaccini. Niente più punture quindi. Ma, a quanto pare, anche lì avrebbe continuato a boicottare evitando di segnare gli appuntamenti e, addirittura, di rispondere al telefono. Un atteggiamento inspiegabile, che lei non ha mai voluto chiarire e che ancora oggi non fuga dubbi e perplessità. Di recente ultimo trasloco: allo Spisal, in attesa del provvedimento disciplinare. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino