BELLUNO - «Abbiamo risarcito il danno: i soldi sono stati spediti». È finita così, con il patteggiamento richiesto, la vicenda di papà e figlio...
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I due hanno definito la loro posizione in Tribunale a Belluno. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Daniele Toffanin e Pasquale Fabio Crea di Treviso che hanno ottenuto il rito alternativo per i loro assistiti. In Tribunale anche una della parti offese, un 79enne di Mel che chiedeva che venissero risarciti i danni patiti. In realtà sono state date rassicurazioni che i soldi del risarcimento erano stati spediti, ma lui non li ha ancora ricevuti. Questo non ha comunque bloccato il patteggiamento: 2 anni con il beneficio della condizionale e 2300 euro di multa per il figlio Sean, 3 anni e 2 mesi oltre a 1500 euro di multa per il papà Ermes che di fatto si è addossato tutta la colpa. Il duo era stato fermato dai carabinieri della Compagnia di Cortina. Il papà finì in carcere (poi ai domiciliari) e per il figlio scattò l'obbligo di dimora nel comune di Roncade.
Sono stati ricostruiti 17 episodi per 12mila euro. Una scorribanda infinita in cui uno dei due, sembra il padre, si presentava con il tesserino fingendosi dipendente di Poste italiane, chiedendo di vedere le banconote della pensione consegnate allo sportello per verificarne l'autenticità. «Se non ce le fate vedere - dicevano- scatterà la multa». Si impadronivano del denaro e, con la scusa della strumentazione per il controllo in auto, uscivano e si dileguavano. I colpi sono iniziati il 27 novembre 2015 a Belluno, poi a Longarone, a Ospitale di Cadore, a Mel, a Feltre, Biancade (Tv), a Pieve di Cadore, fino a Latisana. E ancora a Limana, Fiume Veneto e altri comuni pordenonesi. Le vittime erano scelte con cura: tutte ultraottantenni, soprattutto donne sole. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino