Finti incidenti, padre e figlio da Napoli per truffare gli anziani a Nordest

PORTOGRUARO - I carabinieri di Portogruaro (Venezia) stanno eseguendo, a Napoli, due misure di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip del Tribunale di Pordenone. I...

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PORTOGRUARO - I carabinieri di Portogruaro (Venezia) stanno eseguendo, a Napoli, due misure di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip del Tribunale di Pordenone. I provvedimenti restrittivi sono a carico di due italiani, padre e figlio, ritenuti responsabili, a vario titolo, del reato di «truffa aggravata in concorso». Numerose le truffe di cui sono accusati i due utilizzando la tecnica del «finto incidente subìto dal figlio» ai danni di anziani particolarmente indifesi. I reati, secondo le indagini, sono state commesse in particolare nel nordest dell'Italia ma anche su tutto il territorio nazionale da ottobre 2017 a gennaio 2018. I provvedimenti sono stati eseguiti, in Campania, dai carabinieri della compagnia di Portogruaro e di Napoli Stella.


Le due persone arrestate sono state messe ai domiciliari e si tratta di un 52enne e di un 29enne entrambi di Napoli. I provvedimenti, sono stati emessi dal Gip del Tribunale di Pordenone Monica Biasutti su richiesta del Pm Pier Umberto Vallerin, che ha coordinato le indagini. Inchiesta che ha permesso raccogliere gli elementi a carico dei due, ritenuti a vario titolo responsabili di almeno undici distinti episodi di truffa, tra consumate e tentate, a danno di persone anziane in Veneto, Friuli Venezia Giulia e Puglia. Con loro, con profili penali meno marcati, risultano poi indagate altre due persone, anch'essi residenti nel napoletano.

 


Il modus operandi dei truffatori era quello di spostarsi a bordo di autovetture a noleggio, in città distanti anche centinaia di chilometri dal capoluogo campano. Una volta giunti a destinazione, entravano in gioco altri complici che da Napoli effettuavano delle telefonate con utenze mobili intestate a prestanome, verso numeri telefonici fissi. In una giornata anche 100/120 tentativi da parte dei telefonisti di convincere gli ignari interlocutori. I telefonisti, che si presentavano alle vittime come avvocato o carabinieri, riferivano che il loro figlio era stato arrestato per aver causato un incidente stradale e che erano necessari soldi o monili in oro per pagare la cauzione. Secondo i carabinieri denaro alle vittime sono stati sottratti preziosi per circa 12.000 euro e contanti per complessivi 13 mila euro.
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Il Gazzettino