Finti colpi di frusta per truffare l'assicurazione, condannati a 8 mesi

Finti colpi di frusta per truffare l'assicurazione, condannati a 8 mesi
RUBANO - Incidenti mai avvenuti, ma segnalati all'assicurazione. O passeggeri inesistenti, che denunciavano malanni e chiedevano i relativi risarcimenti. Una casistica varia,...

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RUBANO - Incidenti mai avvenuti, ma segnalati all'assicurazione. O passeggeri inesistenti, che denunciavano malanni e chiedevano i relativi risarcimenti. Una casistica varia, quella raccolta da un'inchiesta della Procura di Venezia su una serie di presunte frodi alle assicurazioni. Casi a cavallo tra il 2008 e il 2010, per incidenti capitati tra le province di Venezia e Padova. Oltre una ventina gli automobilisti e i passeggeri coinvolti che si erano rivolti allo studio di infortunistica 3 A di Mestre per chiedere i risarcimenti. Per tutti è arrivata la prescrizione, tranne due che sono stati condannati ieri dal giudice monocratico di Venezia.

Si tratta di Francesco Manzo e Romina Berto, 46enni di Rubano. Sette anni fa, proprio a Rubano, il primo aveva avuto un banale tamponamento e la seconda «pur non essendo stata trasportata nel veicolo condotto da Manzo - ricostruisce il capo d'imputazione - si recava in data 24 marzo 2010 al pronto soccorso dell'ospedale di Padova lamentando algie al collo e alla spalla destra in seguito a tamponamento stradale». I due «successivamente in data 27 marzo 2010, tramite l'agenzia infortunistica Studio 3A (sede di Venezia-Mestre), denunciavano falsamente un sinistro, alla Berto mai accaduto, richiedendo il risarcimento dei danni». Ieri il giudice ha inflitto ai due 8 mesi a testa, con la sospensione della pena. Li ha anche condannati a risarcire i danni all'Unipol sai, l'assicurazione costituitasi parte civile, fissando una provvisionale immediatamente esecutiva di 15mila euro.

Inizialmente l'inchiesta aveva coinvolto anche il titolare dell'agenzia di pratiche 3A, Ermes Trovò. L'interessato aveva respinto le accuse, sostenendo, anzi, di aver avviato delle indagini su quelle pratiche che lo avevano insospettito. Alla fine delle indagini era stata la Procura a chiedere l'archiviazione della posizione di Trovò. E all'inizio di quest'anno il giudice per le indagini preliminari ha disposto l'archiviazione per prescrizione.
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Il Gazzettino