PADOVA - Un'inchiesta bis sui falsi certificati medici per gli agenti di polizia penitenziaria del carcere Due Palazzi? La si può chiamare anche così. È...
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Tutto è iniziato l'8 luglio 2014, quando gli agenti della Squadra mobile scoperchiarono all'interno del Due Palazzi un traffico di droga, di telefoni cellulari e di computer. Un giro d'affari gestito da alcuni agenti della penitenziaria e da detenuti legati alla Camorra e alla Sacra Corona Unita.
Da quelle indagini era nato il filone che ha portato gli inquirenti a scoprire i furbetti delle malattie. Tanto che nel marzo del 2015 gli investigatori della Mobile perquisirono gli ambulatori dei quattro medici trovando e sequestrando decine di falsi certificati medici. Gli agenti della penitenziaria finiti nei guai si sono messi in malattia tra i settanta e i cento giorni all'anno, dal 2012 al 2015. Secondo l'accusa, prima chiamavano il medico di base complice per accordarsi sul tipo di malattia e poi, qualche minuto più tardi, telefonavano al centralino del carcere per avvisare di essere ammalati e di stare a casa.
I CASIA parte i certificati di malattia, presentati da agenti che non andavano a lavorare per continuare l'attività atletica, un caso curioso è stato scoperto dai carabinieri in una piccola località pugliese. Le indagini riguardavano un agente in malattia da tre mesi per lombosciatalgia. Ebbene, il dipendente dell'Amministrazione penitenziaria aveva aperto un'officina meccanica a casa dei genitori e quando si trovò davanti i militari dell'Arma della stazione locale era sdraiato sotto un'auto intento a riparare un guasto meccanico.
Quattro anni di indagini non sono bastati per dire agli agenti del carcere che è finita l'epoca dei falsi certificati medici. Lo scorso marzo un altro agente della penitenziaria, in malattia, è stato iscritto nel registro degli indagati con le ipotesi di accusa di truffa e false attestazioni. In un anno è stato a casa per malattia più di cento giorni.
È stata la direzione del carcere a indagare sullo stato di salute del dipendente. Ebbene, l'agente è stato trovato a lavorare in una pizzeria da asporto all'Arcella della moglie. Un altro, in malattia, si è presentato in carcere per disputare una partita di calcio. Cui sono anche le intercettazioni telefoniche. Un agente parla al cellulare con un collega e lo consiglia di rivolgersi al tal medico.
I CONSIGLIIn tal modo non avrebbe avuto alcuna difficoltà ad avere un certificato di malattia da mandare alla direzione del carcere. Insomma, medici compiacenti. Viene da pensare che alcuni medici di base facessero di tutto per essere compiacenti con gli agenti del carcere. Chissà mai, si può finire anche dietro le sbarre. Secondo gli inquirenti la disponibilità non aveva limiti. Un medico di base che lavorava in città è stato trasferito in Puglia. Ebbene, ha continuato a firmare certificati medici di malattia per alcuni agenti penitenziari del Due Palazzi. Dove li visitava? Gli investigatori della Squadra di polizia giudiziaria presenteranno un nuovo rapporto al pubblico ministero Dini. Chiamiamola inchiesta bis, con altri sanitari che finiscono nel registro degli indagati. E altri casi di agenti che hanno finto la malattia per non restare in carcere. E per ogni caso c'è una storia da raccontare.
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Il Gazzettino