Fine vita. Suicidio medicalmente assistito, via libera alla procedura in Veneto. L'azienda fornirà le strumentazioni per somministrare il farmaco letale

Per la seconda volta nella nostra regione arriva l'ok da parte dell'azienda sanitaria (che fornirà anche le strumentazioni) e del Comitato etico. La richiesta è di una paziente oncologica di 78 anni

Suicidio medicalmente assistito, via libera alla procedura in Veneto - Foto di Parentingupstream da Pixabay
Fine vita, in Veneto arriva, senza ostruzionismi, il via libera da parte dell'azienda sanitaria regionale e dal Comitato etico ad una richiesta di verifica delle condizioni...

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Fine vita, in Veneto arriva, senza ostruzionismi, il via libera da parte dell'azienda sanitaria regionale e dal Comitato etico ad una richiesta di verifica delle condizioni per poter accedere al suicidio medicalmente assistito. E' la seconda volta che accade nella nostra regione. Ad annunciarlo è stata l'Associazione Luca Coscioni.

Fine vita, il caso veneto

La procedura riguarda il caso di una donna veneta, Gloria (nome di fantasia), che ha rilasciato queste dichiarazioni: «Ho vissuto periodi pesanti con forza e volontà per affrontarli, fin dall'inizio ero informata che si prospettava un periodo difficile e così è andata, ed ecco la motivazione della mia richiesta di fine vita dignitosa. Ho avuto una vita libera, bella, quando deciderò di procedere con l'aiuto al suicidio per porre fine alle mie sofferenze nonostante tutto l'ultima parola per me sarà "la vita è bella" e sono stata libera fino alla fine».

Per Gloria, 78 anni, malata oncologica veneta, si è conclusa la procedura di verifica delle condizioni e delle modalità per accedere al suicidio assistito, dopo circa 6 mesi dall'avvio dell'iter. Assistita dai legali dell'Associazione Luca Coscioni cui si era rivolta, aveva infatti iniziato la procedura a novembre 2022, con una richiesta all'azienda sanitaria competente di effettuare tutte le verifiche per accedere all'aiuto alla morte volontaria, come previsto dalla sentenza Cappato della Corte costituzionale.

I requisiti per accedere al suicidio medicalmente assistito

L'azienda sanitaria, tramite i propri medici, ha dunque attivato le verifiche necessarie e ha stabilito che Gloria possiede tutti i requisiti previsti dalla sentenza 242/19 della Consulta, accertando che: Gloria ha autonomamente e consapevolmente deciso di procedere con l'aiuto alla morte assistita; che è affetta da patologia oncologica irreversibile; che tale patologia produce sofferenza che lei stessa reputa intollerabile; che i trattamenti con «farmaci antitumorali mirati» costituiscono sostegno vitale. A fine marzo 2023, l'azienda sanitaria ha comunicato alla signora Gloria che, a seguito della relazione multidisciplinare prodotta dai medici dell'azienda sanitaria, anche il Comitato etico ha rilevato la sussistenza dei requisiti previsti dalla sentenza 242/19 della Consulta.

la strumentazione fornita dall'azienda sanitaria

Nell'aprile 2023 l'azienda sanitaria ha poi comunicato la tipologia di farmaco idoneo per poter procedere e le modalità di assunzione. Nei giorni scorsi, l'azienda ha reso noto che fornirà la strumentazione necessaria all'autosomministrazione del farmaco letale e ha confermato che il Servizio sanitario regionale fornirà tutto quanto occorre nell'immediatezza dell'evento.

Il primo italiano morto con il suicidio assistito

Nelle Marche, Federico Carboni, quasi un anno fa, è stato il primo italiano ad aver avuto accesso al suicidio medicalmente assistito in Italia, ricorda l'associazione, ma aveva dovuto farsi carico dei costi del macchinario, acquistato poi grazie a una raccolta fondi.

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Il Gazzettino