In 250 a Pravisdomini per la festa di fine Ramadan. Preoccupato il sindaco: «Confrontiamoci con il Prefetto»

In 250 a Pravisdomini per la festa di fine Ramadan. Preoccupato il sindaco: «Confrontiamoci con il Prefetto»
PORDENONE - La sede dell'Associazione Uguaglianza, fondata dalla comunità macedone di Pravisdomini, si è trasformata in una piccola moschea in occasione della...

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PORDENONE - La sede dell'Associazione Uguaglianza, fondata dalla comunità macedone di Pravisdomini, si è trasformata in una piccola moschea in occasione della festa dell'Eid, quella che rompe il digiuno del Ramadan e prevede preghiere speciali mattutine. L'altro ieri, in via Barco 2, dove un tempo c'era l'edicola, si sono radunati 250 fedeli.

La gestione della festa

Sono arrivati alle 7 del mattino. E dopo 25 minuti sono tornati alle proprie attività. Sul profilo Facebook dell'associazione culturale erano state date diverse indicazioni su come comportarsi per non creare disagi, soprattutto alla comunità di Pravisdomini. Dopodiché sono stati ringraziati gli agenti della Polizia locale per aver gestito la viabilità e la Questura per la «massima disponibilità e trasparenza per averci consentito di celebrare una festa in piena armonia».

Il timore del sindaco Andretta

Non ci sono stati problemi, ma il sindaco Davide Andretta non nasconde la sua preoccupazione. Un timore legato soprattutto al fatto che «un paese di 3.400 anime non può reggere una manifestazione che ne coinvolge 250». Ed è per questo che si è rivolto a Prefetto e Questore chiedendo l'apertura di un tavolo di lavoro che coinvolga tutte le Amministrazioni comunali del Pordenonese al fine di trovare una «linea condivisa sulla gestione di queste tematiche e sostenibile dal punto di vista normativo, territoriale e logistico».

L'utilizzo della palestra

La festa era stata comunicata alla Questura, l'altro ieri mattina presente a Pravisdomini con il personale della Digos che da tempo monitora l'attività dell'associazione. A febbraio c'era stato un incontro sulla preparazione al Ramadan con Anis Ramadanoski, imam del centro islamico di via Barco, come indica la locandina che annunciava l'evento, e Younes Al Ghaouat. Per la preghiera di mercoledì era stato chiesto l'utilizzo della palestra comunale al sindaco. «Non l'ho concessa - spiega Andretta - perché da statuto possiamo utilizzarla soltanto per eventi sportivi». I fedeli hanno così ripiegato sull'ex edicola. L'associazione Uguaglianza, che evidentemente si aspettata un'affluenza importante, ha fornito tutta una serie di regole: cercare di arrivare più persone con la stessa auto; parcheggiare seguendo le indicazioni dei volontari; non sostare nel parcheggio per chiacchierare disturbando i residenti della zona. Alle 7 il sindaco ha raggiunto via Barco con il vicesindaco Angelo Vincenzi, il comandante della Polizia locale, Nicola Candido e i Carabinieri. «Sono arrivate persone anche da altri paesi per partecipare al momento di preghiera - afferma -. La macchina organizzativa-operativa messa rapidamente in campo dall'amministrazione comunale ha garantito il regolare flusso della viabilità stradale dell'arteria regionale e della vicina scuola».

Gli accertamenti

A Pravisdomini non si aspettavano l'arrivo di così tante persone. «Sono in corso accertamenti in relazione all'organizzazione dell'evento - ha detto il sindaco -, in quanto l'afflusso di così tante persone in una realtà territoriale come la nostra impatta inevitabilmente sull'organizzazione dei servizi comunali». Approfondimenti sono in corso da parte della Polizia locale e dell'Ufficio tecnico per quel che riguarda la capienza della sede dell'associazione. «Non si tratta di limitare la libertà di culto o di essere razzisti - sottolinea Andretta - Ma servono delle regole e, alla luce di quanto si apprende da altre realtà comunali a noi vicine, mi sono premurato di inviare una nota al Prefetto e al Questore di Pordenone. Il futuro va in questo senso, se vogliano essere amministratori e guardare al domani, bisogna che ci confrontiamo, altrimenti ognuno prenderà la sua strada. Se invece ragioniamo attorno a un tavolo, una soluzione possiamo trovarla. Per questo ho chiesto l'intervento di Prefetto e Questore affinché chiamino convochino i rappresentanti degli enti locali e indichino la strada maestra da seguire».

 

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Il Gazzettino