Finanzieri morti in montagna. Giulio Alberto Pacchione, "il Pacchio" che amava le montagne: «Era innamorato delle selvagge Alpi Giulie»

A ricordarlo l'inseparabile amico Zeno Cecon che dopo la tragedia è andato sul monte Mangart senza però riuscire a raggiungere la base del pilastro dove sono morti Pacchione e Lorenzo Paroni

Finanzieri morti in montagna, Giulio Alberto Pacchione
TARVISIO (UDINE) - Giulio Alberto Pacchione era nato a Reggio Emilia, ma era un abruzzese verace. E l’Abruzzo è una gloriosa terra di montagna, di Alpini e di...

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TARVISIO (UDINE) - Giulio Alberto Pacchione era nato a Reggio Emilia, ma era un abruzzese verace. E l’Abruzzo è una gloriosa terra di montagna, di Alpini e di alpinismo. I genitori, entrambi pediatri, sono di Silvi Marina, nel Teramano. Una sorella si trovava in questi giorni in vacanza nell’Italia meridionale, mentre un fratello, che indossa l’uniforme della Marina militare, era attualmente imbarcato a bordo di un’unità che si trova nelle acque maltesi. Il “Pacchio”, come lo chiamavano affettuosamente in Val Canale, era un ragazzone di 28 anni pieno di vita e simpatia. Tutti gli volevano bene – e non è questa una constatazione di circostanza – e sapevano bene che si trovava nel Tarvisiano per propria precisa e remota volontà.

@ilgazzettino.it Sono morti in servizio, Lorenzo e Giulio, i due finanzieri alpinisti si addestravano sulla parete del Piccolo Mangart. Una roccia ha ceduto e li ha trascinati giù. I colleghi li hanno trovati senza vita alle 2.15 ancora legati in cordata alla base del monte. Il Friuli e l’Abruzzo piangono due figli della loro terra strappati troppo presto alla vita. #gazzettino #ilgazzettinoit #tarvisio #alpinismo #alpinisti #friuliveneziagiulia #fvg #pordenone #abruzzo #teramo #guardiadifinanza #fiammegialle #soccorsoalpino #finanzieri #udine #montagna #alpigiulie #alpigiuliefvg #scalare #scalata ♬ suono originale - Il Gazzettino

 

«A 14 anni era venuto a studiare al liceo sportivo “Ingeborg Bachmann” di Tarvisio e si era innamorato delle nostre selvagge Alpi Giulie», ricorda l’amico di sempre Zeno Cecon, maestro di sci e aspirante guida alpina, nonché gestore del Rifugio “Di Brazzà” del Cai di Udine sul versante Sud del Montasio

L'amico di Pacchio sul Mangart: «Non ho trovato la forza per raggiungere la base»

Zeno è salito su, ai piedi del Mangart, nelle ore notturne del tragico ritrovamento dei due ragazzi, ma non ha trovato la forza di raggiungere la base del pilastro. Troppo forte il suo legame fraterno con il “Pacchio”. «Dopo il diploma – racconta l’amico – aveva frequentato i corsi per maestro di sci e lo avevamo accolto a braccia aperte nella nostra Scuola di Tarvisio. Non ne voleva sapere di andarsene da qui». Giulio era ormai diventato parte di questa comunità e delle sue montagne.

Finanzieri morti, l'ultimo saluto a Giulio e Lorenzo sarà insieme a Tarvisio

«D’inverno lavorava come maestro e d’estate ci dava una mano in rifugio». Al rifugio, poi, lavorava sodo e sapeva il fatto suo perfino fra i fornelli, compresi certi prelibati dolci. E quando riceveva complimenti, si ritraeva con modestia autentica. Ma ogni tanto sgusciava fuori e trovava il tempo di guardarsi intorno con gli occhi sognanti: il fantastico diorama del Gruppo del Canin, alle spalle la possente mole del Montasio, laggiù ad ovest l’austero Cimone. Finché tre anni fa ha deciso di trovarsi un posto stabile, ma sempre nella vallata: ha partecipato alle selezioni per entrare nella Guardia di finanza e poco dopo ha cominciato a “studiare” da soccorritore alpino. «Ormai gli mancava poco per essere accolto come effettivo, dopo la Finanza, anche dal Soccorso», va avanti Zeno. L’amico ricorda le tante arrampicate vissute insieme, sulle Giulie ma non solo. E la condivisione di molti silenzi. Ma hanno anche affrontato insieme piccole-grandi imprese scialpinistiche. Come quella della Cima Piccola della Scala (nel Gruppo dello Jof Fuart), dove Zeno e Giulio hanno percorso per primi una nuova e ardita “pista” d’alta quota fra le loro amate pareti. 

 

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