Turetta, il caso Playstation. Ostellari: «Il carcere non è un parco giochi»

VENEZIA - Il senatore Andrea Ostellari, sottosegretario alla Giustizia, è perentorio: «Il carcere non è un parco divertimenti». Il leghista interviene...

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VENEZIA - Il senatore Andrea Ostellari, sottosegretario alla Giustizia, è perentorio: «Il carcere non è un parco divertimenti». Il leghista interviene sulla polemica scatenata dall’associazione Sbarre di Zucchero, a proposito della presenza di una PlayStation nell’infermeria della casa circondariale di Montorio Veronese, a disposizione di una ventina di reclusi fra cui Filippo Turetta, il 22enne che ha confessato il femminicidio della coetanea Giulia Cecchettin e dovrebbe essere destinato alla sesta sezione, dove però sarebbe gradito solo a due detenuti. Una vicenda che, insieme alle altre criticità del penitenziario scaligero, sarà al centro della visita in programma per venerdì 12 gennaio.


LA RIEDUCAZIONE
L’esponente del Governo tornerà a Verona insieme al deputato meloniano Ciro Maschio, presidente della commissione Giustizia della Camera. «I detenuti – premette Ostellari – devono studiare, lavorare e partecipare a un percorso di rieducazione. Chi ha sbagliato deve espiare la sua pena, in condizioni di piena dignità, ma senza premi. Voglio assicurarmi che questo accada anche nell’istituto veronese. In caso contrario adotteremo i provvedimenti necessari». Gli attivisti Monica Bizaj, Micaela Tosato e Marco Costantini avevano puntato il dito contro le differenti condizioni riscontrate tra l’infermeria e le altre sezioni: «C’è chi può trascorrere il tempo giocando con la PlayStation e c’è chi viene abbandonato in una cella di isolamento». Accuse a cui Francesca Gioieni, direttrice della casa circondariale, ha risposto così sul Corriere di Verona: «Nessun trattamento di favore a Turetta. I detenuti che si trovano come lui in infermeria non hanno le occasioni di socialità che hanno gli altri. Pertanto hanno l’accesso a una PlayStation. Questo non è un privilegio e, inoltre, di PlayStation ne arriveranno altre a breve».


L’APPARECCHIO
Da quanto trapela, l’apparecchio finora disponibile è stato donato dal Garante dei detenuti alla sesta sezione, dove si trovano le persone considerate a rischio per possibili gesti autolesionistici, e per questo monitorate continuamente, secondo le prescrizioni degli psichiatri e le valutazioni degli psicologi. Non potendo partecipare alle iniziative rieducative, né fruire dell’ora d’aria, questi venti detenuti hanno l’opportunità di utilizzare a turno il videogioco come unica attività alternativa alla mera permanenza in cella. Questo vale per Turetta, che è in custodia cautelare, ma anche per chi sta già scontando la pena ed è affetto da disturbi psichici, però non trova posto nelle poche Rems attive sul territorio nazionale. Un problema affrontato proprio da Ostellari in occasione del recente incontro con il ministro Orazio Schillaci sulle questioni della sanità penitenziaria.


I NUMERI


Montorio Veronese è l’unico carcere del Veneto destinato ad accogliere i soggetti con queste problematiche. Ma è anche l’istituto caratterizzato dal maggior tasso di affollamento (157% al 31 dicembre 2022, con 530 reclusi su una capienza regolamentare di 338) e dal tragico primato dei suicidi (3 nel 2023, con un tentativo registrato l’ultimo giorno dell’anno). Su questi decessi la Procura di Verona ha aperto un’inchiesta, come notificato alle famiglie interessate. Per il momento di tratta di un fascicolo conoscitivo, senza alcun nome iscritto sul registro degli indagati. Il pubblico ministero Maria Federica Ormanni ha affidato gli accertamenti agli agenti del nucleo investigativo centrale della polizia penitenziaria che ha sede a Padova. 
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Il Gazzettino