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BELLUNO - Si svolge sul piano giuridico, affettivo e quello dei diritti garantiti la lettera che Sara Rebeschini scrive ai due consiglieri comunali La Grua e Ferro che con una mozione presentata al consiglio comunale di Belluno hanno chiesto l'annullamento della trascrizione dell'atto di nascita «di mia figlia, nata in Austria e con due madri». Una lettura che a Sara, che scrive da Vienna, ha provocato «con molto dispiacere». L'accorata lettera è stata letta dalla consigliera comunale Ilenia Bavasso ieri in consiglio comunale.
LA QUESTIONE
Mamma Sara si dice innanzitutto molto stupita: «Che la mia famiglia sia per voi fonte d'interesse e mi chiedo personalmente se le vostre energie avrebbero potuto essere spese in altro modo a favore della comunità che rappresentate, anziché far perdere inutilmente tempo al consiglio comunale dietro la mia piccola, ma fondamentale battaglia».
I DIRITTI
Poi la mamma cambia ambito. Abbandonati i codici, segue una serie di domande incalzanti: «Mi rivolgo a voi da genitore con delle domande: quale vantaggio pensi si possa ottenere cercando di togliere ad una bambina uno dei suoi due genitori, già riconosciuto da uno stato straniero? Quale freddezza d'animo vi porta a cercare di togliere questa garanzia ad una minorenne, che tra le altre cose sarebbe come conseguenza la perdita di tutta la parentela con un ramo della famiglia? Vorreste togliere a mia figlia nonni, zii, cugini? Forse perché io vivo all'estero da anni e che in Austria, come in tantissimi altri stati, in tema di diritti civili la politica ha già alle spalle queste discussioni, ma mi chiedo ora, in quanto cittadina italiana, quale strada vuoi percorrere per mantenere lItalia un paese civile. Rubando la spensieratezza e la felicità di mia figlia? Impedendole di crescere amata e protetta da una famiglia, che sì ha due mamme, che ogni giorno si alzano per andare a lavoro, corrono a destra ea manca per non farle mancare nulla e si impegnano perché lei, come pure i vostri figli, possano avere in eredità un paese migliore di quello nel quale siamo cresciuti noi? Davvero tutto questo merita la vostra guerra e quella dell'intero consiglio comunale di Belluno?».
LA CONCLUSIONE
La lettera aperta si chiude con un'ultima riflessione: «Spero siate d'accordo con me nel constatare che i diritti che le nostre famiglie Arcobaleno chiedono sono gli stessi che le vostre famiglie ei vostri figli hanno già, senza che a voi o alle vostre le famiglie vengano sottratto nulla. Non vedo quindi alcun obiettivo in buona fede nel presentare questa mozione».
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