Fiesso d'Artico, addio a Francesco Santon il Vecio Orso che guidò la conquista del K2 nell'83

Fiesso d'Artico, addio a Francesco Santon il Vecio Orso che guidò la conquista del K2 nell'83
FIESSO D'ARTICO - Il male non gli ha lasciato scampo: è deceduto ieri nel reparto cure palliative dell'ospedale di Brunico lo scalatore Francesco Santon. Aveva...

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FIESSO D'ARTICO - Il male non gli ha lasciato scampo: è deceduto ieri nel reparto cure palliative dell'ospedale di Brunico lo scalatore Francesco Santon. Aveva 82 anni, era soprannominato dai suoi amici montanari Il Vecio Orso. Nel 1983 ha guidato una spedizione alpinistica che ha raggiunto dal versante cinese il K2, la seconda montagna più alta del mondo e in seguito a tale impresa aveva conquistato grande notorietà. A Fiesso, ma in realtà non solo nel suo paese, era considerato un vero mito. In ricordo della sua impresa, gli è stata persino intitolata una scuola che si chiama Italia K2.


Nativo e residente per molti anni proprio a Fiesso, di professione geometra, da qualche anno si era trasferito a Brunico, in Alto Adige, tra le montagne che tanto amava. Ha abitato anche a Ponte delle Alpi, nel Bellunese. «Un uomo non vale più di un altro perché è salito su un ottomila, è solo più fortunato perché è riuscito a realizzare un sogno» aveva scritto in uno dei suoi libri La voce della montagna. E ancora: «Un uomo vale se sa ascoltare la voce della montagna, quella che parla dentro, quella che invita ad andare oltre, fino alla prossima avventura».

La tragedia di Tilicho

In un incontro pubblico nel Veneziano si era commosso: «Con la montagna non ci si può arrabbiare. Mai. Neppure quando ti toglie gli amici più cari». Il riferimento era a Gigio Visentin e Roberto Malgarotto, i due compagni di cordata uccisi da una slavina, mentre scalavano il Monte Tilicho, in Nepal.
Vittorio Pampagnin, che durante l'impresa sul K2 era sindaco di Fiesso D'Artico, lo ricorda così. «La scomparsa di Francesco Santon non segna soltanto la perdita di un amico con il quale abbiamo condiviso un bel pezzo della nostra giovinezza, uniti altresì da comuni passioni politiche e culturali, ma lo è anche per Fiesso cui Francesco era fortemente legato e che ha fatto conoscere, tramite le sue imprese, al mondo della stampa e della televisione. Era una persona estroversa e dinamica, sempre pronto a inventarsi cose nuove e a misurarsi in nuove sfide, alcune delle quali talmente grandi da sembrare impossibili, come il caso delle spedizioni per la conquista dei monti più alti della terra: Everest 80, una impresa che ha richiesto ben tre mesi per conquistare il tetto del mondo, o quella del 1983 che lo ha spinto a rinverdire la conquista del K2 fatta da Compagnoni e Lacedelli trent'anni prima». Sono solo due dei molti traguardi raggiunti da Francesco Santon. «Un giorno gli chiesi - continua Pampagnin - ma che cos'è la montagna per te? Mi rispose: La montagna e quella cosa che se gli togli la sua umanità resta solo un mucchio di sassi. Spero che nella sua tomba qualcuno posi un sasso di queste sue montagne».

In giro per l'Italia

Dopo la conquista del K2, l'impresa che più di tutte lo ha reso famoso, ha girato tutta l'Italia per raccontare la sua avventura. «Ci hai insegnato a credere nei sogni e a sognare in grande, rimanendo però umili e semplici, onesti e sinceri nei confronti di sé stessi e degli altri. Siamo profondamente addolorati, ma riconoscenti per gli anni vissuti insieme», è il messaggio pervenuto dalla sua famiglia. Ogni attività portata avanti da Francesco Santon ha avuto un aspetto solidaristico e ogni spedizione è stata dedicata ai bambini e all'Unicef. I suoi funerali avranno luogo nelle chiesa parrocchiale di Brunico alle ore 11.30 di domani sabato 27 agosto. Lascia la moglie Roberta, i figli Anna e Mauro, tre nipoti, una sorella e il fratello Giuliano che vive a Fiesso. Da Fiesso partiranno diverse persone per essere presenti alle sue esequie, molto probabilmente sarà presente anche il gonfalone comunale.
 

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Il Gazzettino