Pro Loco "in guerra". Pronto un documento per salvare le sagre

Pro Loco "in guerra". Pronto un documento per salvare le sagre
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PORDENONE - Se ne sono andati i giorni caldi di Pordenonelegge, quelli con la polizia a cavallo accompagnata dalle polemiche o dall'ammirazione. Sono alle spalle le rievocazioni storiche, che tra mille difficoltà sono riuscite comunque a richiamare l'attenzione di migliaia di persone. È arrivato l'autunno, e le sagre sono tornate dentro i tendoni riscaldati, portandosi dietro un'estate fatta di riunioni, tensioni, documenti da preparare in fretta e furia per rispondere ai diktat degli organi superiori che rappresentano lo Stato. Ma soprattutto un'estate fatta di euro - tanti - spesi dalle associazioni che hanno organizzato gli eventi. E con l'autunno si è arrivati al punto di rottura definitivo.


Finite le sagre in piazza, è arrivata l'ora dei conti. Ebbene, non tornano, com'era ovvio che fosse. Così le Pro Loco della provincia di Pordenone hanno deciso di unirsi, lasciando perdere la convergenza regionale e preferendo fare squadra solamente al di qua del Tagliamento. Il timone del movimento ce l'ha in mano Antonio Tesolin, che non solo  rappresenta il vertice della Sagra del vino di Casarsa, ma anche una costola dell'unione delle Pro Loco del Friuli Venezia Giulia. La decisione di correre da soli, senza l'aiuto delle associazioni udinesi, né della politica triestina, è scaturita al termine di un'estate torrida. Sono scomparse sagre storiche dalla Pedemontana alla Bassa, a Valvasone si è sfiorata la presenza dei controllori anti-annegamento per una roggia che da secoli scorre placida nel centro del borgo. Per farla breve, le associazioni hanno sentito la corda tendersi sino quasi a spezzarsi. E in alcuni casi il quasi è da togliere. «Ora è il momento giusto per dire le cose come stanno - ha detto Tesolin - e per alzare la voce nelle sedi opportune». Le regole sulla sicurezza degli eventi, così come sono scritte e interpretate dalle autorità, stanno soffocando chi organizza da decenni le feste di piazza con pochi euro. 

L'UNIONE«Stiamo lavorando a un documento - ha spiegato Tesolin - da sottoporre poi ai nostri parlamentari del Pordenonese e ai sindaci del territorio. Vogliamo che una volta per tutte siano delimitati i compiti, altrimenti siamo destinati a morire, a cancellare la nostra tradizione e quella di feste che hanno alle spalle anni e anni di storia. Siamo davvero sconvolti». La partita ormai si gioca più sull'applicazione della norma che sulla norma stessa. La circolare Gabrielli è stata modificata attraverso l'introduzione di una distinzione tra piccoli e grandi eventi: sono i comitati per l'ordine e la sicurezza, poi, a valutare i rischi caso per caso. «Noi invece vogliamo una sburocratizzazione delle procedure - è l'opinione delle Pro Loco del Pordenonese - senza che per questo motivo venga meno la sicurezza. È un obiettivo possibile». Ciò che non è possibile, secondo i sodalizi, è dover prevedere controllori formati e pagati per ogni singolo evento, o ancora assistere a test a sorpresa durante lo svolgimento delle manifestazioni. Il documento congiunto per salvare le sagre sarà simile a un grido di dolore. I presidenti dei sodalizi si incontreranno a breve per firmarlo e inoltrarlo alle segreterie dei parlamentari pordenonesi e a quelle dei sindaci dei comuni della Destra Tagliamento. Così una stagione fiacca si trasformerà nel più classico autunno caldo.
Marco Agrusti Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino